Ci sono lavoratori che possono aver già programmato la pensione per il 2028, cioè al compimento dei 67 anni di età. I nati nel 1961 infatti compiono la giusta età pensionabile solo nel 2028 e se non hanno carriere contributive lunghe, o se non hanno una media retributiva elevata nei loro anni di carriera, probabilmente non potranno andare in pensione prima.
A meno che non sfruttano una scorciatoia prevista dalla normativa in vigore quest’anno e nel 2025. Ecco una soluzione che anticipa di 3 anni l’uscita.
In pensione nel 2025 al posto del 2028, ecco la soluzione che anticipa di 3 anni l’uscita
Ci sono soggetti che possono andare in pensione subito nel 2025 e invece credono che l’unica porta per loro si apra solo nel 2028. Sono tutti aspiranti alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Soggetti che hanno 20 anni di contributi o poco più. Ma anche soggetti che non arrivano ancora a 20 anni, perché magari sono fermi a 16, 17 o 18 anni. Ed è proprio per questi che si apre una concreta possibilità di anticipare la pensione già nel 2025.
Una possibilità che però come vedremo ha un costo. Ma che a conti fatti dando 3 anni in più di pensione può consentire di prendere un trattamento per ben 3 anni in anticipo.
Come anticipare di 3 anni la pensione nel 2025, ecco la soluzione
Passare da una pensione nel 2028 ad una nel 2025 significa prendere un trattamento ben 3 anni prima. Non è poca cosa questa. Ma c’è la controindicazione che parte dal fatto che gli interessati devono vedere di comprare i contributi che gli mancano ad arrivare ai 20 anni in tempo utile per completare entro il compimento dei 64 anni di età.
Quindi, chi compie 64 anni nel 2025 deve cercare di arrivare a 20 anni di versamenti già l’anno prossimo. Ma come? Sfruttando la Pace Contributiva. Che permette di coprire i vuoti contributivi tra il primo anno di iscrizione e il 31 dicembre 2023. Ma solo per chi non ha versamenti in epoca retributiva. La Pace Contributiva si può sfruttare solo se il diretto interessato non ha versamenti prima del 1996.
Tutti i vantaggi da considerare per valutare la convenienza alla Pace Contributiva
Il corrispettivo che deve versare l’interessato per ogni anno di vuoti da riscattare è pari all’aliquota contributiva del fondo pensioni dove si versa. Per il Fondo Pensioni dei Lavoratori Dipendenti, cioè il FPLD è il 33%. La retribuzione media degli ultimi 12 mesi è il parametro di riferimento. E su questo che si calcola il 33% da cui esce fuori il corrispettivo annuale da versare. Ogni 10.000 euro di retribuzione media si spendono 3.300 euro. Sarebbero quindi 6.600 euro di contributi da versare da soli per ogni anno di vuoto da coprire per chi ha per esempio una retribuzione da 20.000 euro.
Chi compie 64 anni di età nel 2025 ed ha per esempio 18 anni di versamenti tutti successivi al 31 dicembre 1995 può così versare 13.200 euro entro il compimento dei 64 anni nel 2025, in modo tale da rientrare nella pensione anticipata contributiva. Anticipando a 64 l’uscita che altrimenti sarebbe a 67 anni.
Attenti alle regole della pensione anticipata contributiva
Naturalmente prima di fare un’operazione del genere, meglio verificare se la pensione che si raggiunge è pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. Oppure 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio avuto o 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con più figli avuti. perché questo è un altro requisito da rispettare per la pensione anticipata contributiva.
Può sembrare un esborso enorme quello a cui sono chiamati i lavoratori che aderiscono alla Pace Contributiva. Ma va considerato che si prende una pensione ben 3 anni prima. Godendo di 36 mesi di pensione in più a cui aggiungere i 3 mesi delle tre tredicesime spettanti. Ma i vantaggi della Pace Contributiva non finiscono qui. Perché c’è pure la possibilità di dedurre dal reddito quanto versato, finendo con il recuperare qualcosa sotto forma di sgravio fiscale. Senza considerare poi che il versamento può essere fatto a rate, fino a 120 mesi o almeno fino al compimento dei 64 anni di età.