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Riforma pensioni: uscita più tardi, ma solo per chi lo vorrà

Il Governo sta studiando un sistema di incentivi per spingere i lavoratori ad andare in pensione più tardi.

L’idea del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è quello di andare in pensione più tardi, ma solo per chi lo vorrà. Prevedere incentivi economici per chi ritarda il pensionamento, secondo il ministro, potrebbe essere l’idea vincente che non scontenta nessuno.

Per mantenere sostenibile il sistema previdenziale è necessario che in Italia si allunghi l’età pensionabile. Sicuramente non è una cosa che si può prevedere in maniera generalizzata, ci sono lavori che non permettono di rimanere in servizio dopo una certa età a causa dell’impegno fisico o mentale che richiedono (gravosi e usuranti).

Il sacrificio di ritardare il pensionamento, quindi, non può essere chiesto a tutti i lavoratori. Da qui l’idea di attivare incentivi economici (un pò pensati come il bonus Maroni, ma si spera attuati meglio) per chi decide di voler rimanere al lavoro. L’incentivo potrebbe essere proiettato anche sul futuro pensionamento che potrebbe essere maggiormente conveniente, però.

In pensione più tardi

L’imperativo è quello di mantenere i lavoratori in servizio più a lungo possibile, ma solo su base volontaria. Per chi raggiunge i requisiti di pensionamento, quindi, la scelta potrebbe essere quella di restare se questa verrà resa appetibile.

Consideriamo che ritardare la pensione ha già un effetto migliorativo sull’assegno che si andrà a prendere, in parte per i maggiori contributi versati, in parte per il coefficiente di trasformazione maggiormente conveniente. Se la cosa, però, venisse resa maggiormente interessante con incentivi economici molti lavoratori potrebbero scegliere di rimanere in servizio qualche anno in più.

E se la cosa fosse consentita, come si pensa di aver inteso, anche a coloro che raggiungono l’età della pensione di vecchiaia, potrebbero essere in molti a scegliere questa via.

Il meccanismo di incentivi

Non si sa ancora come saranno strutturati gli incentivi che permetterebbero a chi resta in servizio di guadagnare di più, ma si puntualizza che “stiamo perfezionando quelli che sono gli incentivi di carattere fiscale a chi vuole rimanere sul luogo di lavoro. Questo risponde non semplicemente a un’esigenza di finanza pubblica, ma se vogliamo anche a quello che è anche il desiderio di realizzazione delle persone che ritengo di essere più utili a lavorare che ad andare in pensione”.

Un passo avanti rispetto a tutte le decisioni prese negli ultimi anni in ambito pensioni: rispettare anche il desiderio del lavoratore. Posti davanti una scelta tra andare in pensione o guadagnare di più, diversi lavoratori che svolgono impieghi che lo permettono potrebbero scegliere la strada palesata dal Ministro e andare in pensione più tardi. Questo risponderebbe sia a una esigenza di bilancio (maggiori contributi versati aiuterebbero il sistema previdenziale a restare sostenibile nel tempo e al contempo meno pensioni da pagare alleggerirebbero l’onere che l’Inps deve sostenere).

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