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In questo caso i redditi del coniuge non contano per l’assegno sociale

Non sempre per l’assegno sociale è necessario che siano rispettati i limiti di reddito coniugali. Ecco quando non serve.

L’assegno sociale è una prestazione che viene erogata a chi, raggiunti i 67 anni, non ha diritto alla pensione di vecchiaia e versa in una situazione economica disagiata. A dimostrazione della situazione economica devono risultare entro determinati limiti non solo i redditi personali del richiedente. Anche quelli del coniuge.

E molto spesso, quindi, chi rientrerebbe nel diritto si vede negare l’assegno sociale proprio per i redditi del coniuge. Basta che il marito o la moglie lavorino o prendano una pensione anche non troppo alta e si perde il diritto di avere l’assegno. Ma non sempre è così. In alcuni casi specifici i redditi del coniuge non vengono considerati.

In questo caso i redditi del coniuge non contano per il diritto

Quando l’assegno sociale deriva da una trasformazione di una pensione di invalidità si tiene conto solo dei redditi del beneficiario. In questo caso, ma solo in questo, i requisiti per il diritto all’assegno sociale restano gli stessi utilizzati per il riconoscimento al diritto della pensione di invalidità. Sia parziale che totale.

E per queste prestazioni entra in gioco solo il reddito personale dell’invalido. Non si tiene mai in considerazione il reddito del coniuge o quello di altri familiari conviventi.

E allo stesso modo funziona per l’assegno sociale trasformato da pensione di invalidità, ma in questo caso è necessario che la pensione di invalidità sia in essere prima del compimento dei 67 anni. Se l’invalidità, invece, è riconosciuta dopo il compimento dei 67 anni l’invalido dovrà rispettare i limiti di reddito personali e coniugali richiesti alla generalità dei richiedenti.