A gennaio quasi tutte le prestazioni INPS sono state oggetto di rivalutazione al costo della vita. E sommando anche l’anticipo del 2% di ottobre, la rivalutazione è stata del 7,3%. Per tutti i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo INPS, ovvero fino a 2.100 euro mensili. Dalle prestazioni previdenziali, quelle calcolate sui contributi versati, a quelle assistenziali, ovvero erogate per un bisogno del cittadino. Sia esso economico o sanitario. Assegno sociale, pensioni di invalidità, integrazioni al trattamento minimo.
La pensione di invalidità civile, ad esempio, è passata dai 292 euro circa del 2022, a circa 313 euro del 2023. L’indennità di accompagnamento senza rivalutazione è salita da 525 euro del 2022 a circa 527 euro del 2023. Ma cosa sta accadendo? Si tratta di un errore?
Indennità di accompagnamento senza rivalutazione
L’indennità di accompagnamento, proprio come tutte le altre prestazioni, avrebbe dovuto avere una rivalutazione al 7,3% e passare dai 525 euro circa del 2022 a circa 563 euro nel 2023. Ma così non è stato a gennaio. E gli invalidi civili totali con accompagnamento si sono visti riconoscere solo 2 euro in più al mese. Ovvero una rivalutazione di circa lo 0,50%.
Questo senza che l’INPS abbia fatto menzione alla cosa nè nella circolare 135 del 22-12-2022, nè con altri messaggi appositi. Si spera, a questo punto, che la rivalutazione intera dell’indennità di accompagnamento (che non ha goduto neanche dell’anticipo di ottobre, tra l’altro) arrivi con quella delle altre prestazioni nel mese di febbraio o marzo. O che almeno l’istituto provveda a dare una spiegazione sulla mancata perequazione della prestazione.
Anche perchè negli anni passati l’indennità è sempre stata rivalutata come tutte le altre prestazioni. Poichè ricordiamo che il costo della vita è salito per tutto anche per gli invalidi civili totali che hanno bisogno di un accompagnatore.