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Infortunio sul lavoro badanti e colf, come funziona

Infortunio del lavoratore, come funziona nel settore domestico.

Sono davvero tante le questioni anche gravi che riguardano lo spaccato del lavoro domestico e soprattutto quello che riguarda il rapporto tra i datori di lavoro e lavoratrici dipendenti siano esse badanti o colf. Nel settore domestico ci sono tanti diritti e tanti doveri reciproci tra le parti in causa. Il datore di lavoro che non svolge la funzione di sostegno di imposta, la lavoratrice che spesso vive nello stesso posto in cui lavora, il datore di lavoro che spesso coincide con la persona bisognosa di assistenza e così via dicendo. Queste sono le tante e forse troppe particolarità che il settore domestico ha nel suo apparato strutturale. E spesso il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore sfocia in cause in tribunale per svariati motivi.

Lavoro domestico, i motivi delle liti tra badante e datore di lavoro

Dallo stipendio non pagato al lavoro nero, dalle ferie non godute ai permessi non retribuiti, dalla malattia della lavoratrice gli infortuni sul posto di lavoro. Le motivazioni principali per cui alla fine di un rapporto di lavoro o anche durante, il lavoratore decide di citare in giudizio il datore di lavoro sono sostanzialmente queste. Oggi parliamo di infortunio e perdiamo spunto da ciò che è accaduto in Cassazione con una sentenza relativa ad un ricorso che una lavoratrice ha prodotto nei confronti del suo datore di lavoro.

Malattia e infortunio, ecco i diritti della lavoratrice

Anche nel settore domestico il lavoratore dipendente ha diritto se sta male a godere della malattia indennizzata oppure delle indennità di infortunio nel momento in cui si fa male durante le attività lavorative che svolge. Fatta questa premessa, che serve per far capire che anche nel settore domestico il lavoratore è tutelato dalla legge, oggi affrontiamo il caso di un lavoratore che denuncia il datore di lavoro per mancata osservanza delle minime regole di sicurezza sul posto del lavoro.

Infortunio badante, ecco la recente sentenza della Cassazione

Il caso specifico riportato dal Sole 24 Ore parla di una domestica che si è infortunata cadendo dalla scala mentre rimuoveva delle tende, ma la pronuncia degli ermellini può estendersi a tante altre lavoratrici che, anche svolgendo lavori diversi, come per esempio una badante, possono finire con le stesse identiche conseguenze. A dire il vero la sentenza della Cassazione non fa nulla di particolare se non ricordare la ripartizione degli oneri probatori in materia di responsabilità sulle regole in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Responsabilità del datore di lavoro superiore secondo i giudici della Cassazione

Dopo due gradi di giudizio negativi, la lavoratrice in questione ha promosso ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. I primi due gradi di giudizio sottolineavano come la lavoratrice doveva provare di aver ricevuto l’ordine di cambiare le tende, nonostante il datore di lavoro non era in casa e quindi, come prassi non poteva aiutarla nelle operazioni di smontaggio delle stesse tende con la solita scala.

La Cassazione però ha ribaltato tutto, con l’onere di provare che le misure di sicurezza erano state tutte adottate, in capo al datore di lavoro. Per questo la lavoratrice in Cassazione ha avuto ragione. In pratica, da questa ordinanza si evince che in caso di infortunio, deve essere sempre il datore di lavoro a dimostrare di aver utilizzato tutte le misure a tutela della salute e della sicurezza del lavoratore. In nessun caso l’onere della prova deve essere a carico della lavoratrice.