Sempre più importante, sempre più necessario e sempre più decisivo per avere accesso a prestazioni assistenziali, bonus e indennizzi. E adesso utile anche alla misura dell’assegno universale per i figli a carico. L’Isee è quel certificato che ormai tutte le famiglie per forza di cose devono richiedere all’Inps presentando la Dichiarazione Sostitutiva Unica.
È proprio l’Isee che determina l’ingresso di una famiglia nel perimetro di applicazione di misure assistenziali e benefici vari. Il collegamento dell’Isee al nucelo familiare, sia per la componente reddituale che per quella patrimoniale, lo differenzia dal reddito e spesso si viene esclusi da alcune misure proprio per via di patrimoni e redditi di altri familiari presenti nel nucleo. Per questo molti si chiedono come fare per abbassare l’Isee. Prima di divorziare da una moglie, o cacciare di casa un figlio, va sottolineato che ci sono vie meno drastiche per avere un Isee diverso nonostante persone che risiedono nella stessa casa.
Stessa residenza ma non stesso Isee, perché?
Non sempre la residenza identica per due persone, fa si che in un Isee i due compaiano entrambi e sommino i loro patrimoni e redditi.
Non è affatto raro come sembrerebbe, il caso di due persone che pur rientrando nello stesso nucleo familiare, possono presentare due DSU diverse e quindi ottenere due Isee diversi. In linea generale nella DSU vanno indicati tutti i componenti il nucleo familiare come riportati all’Ufficio Anagrafe del proprio comune di residenza. Capita spesso che due persone, pur avendo la residenza nello stesso immobile non fanno nucleo familiare comune, ovvero all’Anagrafe hanno una scheda dello Stato di Famiglia differente l’uno dall’altro.
In questo caso possono avere due Isee differenti, con tutti i vantaggi che comporta questa cosa. Infatti se due persone hanno prodotto redditi nell’anno di riferimento dell’Isee (che è il secondo anno precedente quello in cui si presenta la dichiarazione reddituale), è evidente che mancandone uno nell’Isee, i redditi si abbassano e il valore complessivo dell’Isee si abbassa.
Convivenza e vincolo di parentela o affinità
In primo luogo va detto che un figlio, se residente con i genitori, difficilmente può essere escluso da un Isee. E se il figlio ha un suo lavoro, è evidente che sale il reddito complessivo e sale l’Isee, spesso a tal punto da perdere prestazioni e agevolazioni. È altrettanto vero però il contrario, ovvero il caso in cui un figlio privo di reddito che essendo sul “groppone” dei genitori, ne riduce la componente reddituale.
È il meccanismo di calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che mette in luce queste evidenze per quanto riguarda l’Isee.
La condizione sine qua non per essere considerati soggetti residenti nel medesimo nucleo familiare è la convivenza. Su questo non si sfugge. Ma è altrettanto vero che per rientrare in uno stesso nucleo familiare occorre anche un vincolo di parentela o affinità. Non basta la convivenza sotto lo stesso tetto, come per due studenti piuttosto che due colleghi di lavoro o semplicemente due amici. In pratica, è necessaria la convivenza e poi un vincolo qualsiasi tra i seguenti:
- Matrimonio;
- Parentela;
- Affinità;
- Adozione;
- Tutela;
- Convivenza di fatto.
Dividere la casa unica soluzione
Non è possibile avere due stati di famiglia tra persone che vivono nella stessa casa e sono legati dai vincoli prima citati. Allo stesso tempo non è possibile essere nucleo familiare unico in assenza di queste condizioni. Solo venendo a mancare questo vincolo di affettività quindi, è possibile uscire da un nucleo familiare e avere un Isee diverso. L’unica alternativa, se non si vuole dividere la famiglia, è cambiare residenza. Magari dividendo per davvero (altrimenti sarebbe illecito), un immobile. Una casa grande, magari dotata di due entrate, o che al catasto risulta divisibile, può essere sede di due nuclei familiari differenti.
Occorre una procedura tecnica con un geometra o un ingegnere che deve espletare, non gratuitamente, la pratica in catasto. Va ricordato che il cambio di residenza nove volte su dieci necessita della conferma, mediate sopralluogo, dei Vigili Urbani o di altri soggetti incaricati dal proprio Comune. Occorre infatti che l’alloggio del figlio per esempio, sia abitabile. Non può essere ammesso un cambio di residenza del figlio spostato nel garage di casa, magari senza servizi o senza le cose necessarie affinché sia considerato dignitoso.