Sono passati ormai oltre 13 anni dall’entrata in vigore della riforma Fornero. E siamo ancora oggi a parlare di varare una controriforma Fornero, nel senso che bisogna superare i rigidi requisiti previsti da quella legge. Eppure anno dopo anno, proposte dopo proposte, nulla è stato fatto. Eppure si parla tanto di nuove ipotetiche misure che guardino ai fragili, ai giovani, agli invalidi o a chi svolge lavori troppo logoranti.
Negli anni alcune volte sono state presentate proposte che sembravano sul punto di essere accettate. Ed in alcuni casi erano proposte di modifica che piacevano molto e che soprattutto, risolvevano alcuni incresciosi problemi di oggi. Per esempio quello che hanno i lavoratori che assistono e convivono con un familiare disabile grave.
I caregivers e le pensioni anticipate oggi disponibili per chi assiste un parente disabile
La figura del caregivers ormai ha assunto una discreta rilevanza per quanto riguarda il sistema previdenziale. Prima la figura di chi assiste un parente disabile grave e quindi deve sacrificare lavoro e carriera per questa problematica, non aveva grandi tutele. Tutto si limitava ai soliti 3 giorni di permessi retribuiti al mese. Troppo poco. Perché c’era chi lasciava il lavoro per la problematica di famiglia anche se non aveva raggiunto ancora i requisiti necessari per andare in pensione.
Come dicevamo, con il tempo questa problematica si è andata via via risolvendo, con delle misure ad hoc create per i caregivers (non solo per loro naturalmente, ma anche per loro). Misura che oggi possiamo dirlo, sono insufficienti. Anche perché hanno dei vincoli che complicano ancora di più la vita dei caregivers. Le due misure in questione si chiamano Ape sociale e quota 41 per i precoci.
Come funzionano Ape sociale e quota 41 precoci
L’Ape sociale consente al caregivers di andare in pensione solo se ha compiuto 63,5 anni di età. E solo se ha maturato almeno 30 anni di contributi. La quota 41 per i precoci invece consente, sempre al caregiver, di lasciare il lavoro indipendentemente dall’età anagrafica solo al raggiungimento dei 41 anni di contributi. DI cui almeno un anno prima dei 19 anni di età. Ed almeno 35 anni senza considerare i figurativi da malattia o disoccupazione.
In ogni caso, sia per l’Ape sociale che per la quota 41, il caregiver da almeno 6 mesi deve risultare residente nella stessa casa dell’invalido, magari con un interno differente ma allo stesso numero civico.
La controriforma Fornero, pensioni sotto legge 104 invalidi e per chi li assiste, 16 o 38,10 anni di contributi
In passato i caregivers erano finiti in una proposta di riforma delle pensioni prodotta dai sindacati in maniera unitaria. Erano i tempi dei summit sindacati-governo in materia previdenziale. All’epoca si parlava di controriforma Fornero, una autentica proposta unificata presentata dai sindacati CGIL, CISL e UIL al Governo. E tra i vari punti di intervento, anche per le donne, i giovani e così via dicendo, c’era un punto destinato ai caregivers.
L’idea era di concedere fino a 4 anni di contributi in più al caregiver come una forma di premio con contribuzione figurativa per le pensioni anticipate ma anche per le pensioni di vecchiaia. La proposta prevede nel dettaglio un anno di contributi figurativi da assegnare ogni 5 anni di assistenza al parente invalido grave. Quindi per assistenze protratte per 20 anni o più ecco lo sconto massimo di 4 anni.
Una contribuzione extra che permetterebbe a chi per anni ha avuto a che fare con questo genere di problematica in famiglia, di andare in pensione anticipata con 38,10 anni di contributi, considerando che oggi per gli uomini servono 42,10 anni di versamenti. Per le donne naturalmente un anno in meno e scendendo la soglia a 41,10 di contributi scende anche il limite nell’ipotetica controriforma, cioè 37,10 anni di versamenti. Ma ciò che è altrettanto interessante è il fatto che questo bonus di 4 anni potrebbe valere anche per le pensioni di vecchiaia, con i 20 anni di contributi che scenderebbero a 16 anni.
La proposta lasciata nel dimenticatoio?
In quella proposta si arrivava a prevedere anche i tipi di requisiti che doveva detenere il caregiver. Per esempio l’agevolazione era prevista per chi assiste il coniuge invalido grave sotto legge 104. Oppure un familiare entro il secondo grado convivente. Non si faceva riferimento alla durata della convivenza o dell’assistenza. Ed in più, se la caregiver era donna, la proposta prevedeva ulteriori sconti per i figli avuti, con un anno a figlio fino a massimo 3 anni ulteriori.
Di questa proposta non si è più discusso. Ecco perché la riproponiamo perché effettivamente potrebbe rappresentare la controriforma Fornero, con pensioni sotto legge 104 per invalidi e per chi li assiste, davvero agevolata, con 16 o 38,10 anni di contributi,