La pensione anticipata ha diverse strade percorribili. E non necessariamente quelle ordinarie. C’è per esempio la Quota 41 per i precoci, oppure c’è la Quota 103. Una misura che da anni ormai è in funzione è lo scivolo usuranti. Infatti è una misura che consente di andare in pensione anche a 62 anni di età, ma con dei requisiti particolari e soprattutto con un adempimento che recentemente l’INPS ha confermato tramite messaggio, precisamente con il n. 812 del 23 febbraio 2024.
La guida alla pensione anticipata: nel 2025 perdi 3 mesi di pensione, ecco come evitarlo
Chi svolge un lavoro usurante, oppure chi è impegnato nella linea a catena, o ancora chi fa il conducente di mezzi di trasporto pubblico ed infine chi lavora di notte. Sono i profili che possono sfruttare lo scivolo se si trovano ad aver completato i seguenti requisiti:
- 61,7 anni di età;
- 35 anni di contributi versati;
- quota 97,6 completata.
Lo scivolo per gli autonomi prevede un innalzamento di un anno dell’età pensionabile che sale a 62,7. Di conseguenza anche la quota sale a 98,7. Per i notturni invece, se le notti di lavoro annualmente svolte sono sotto le 78 e sopra le 71, la quota sale a 98,6 per i dipendenti e 99,6 per gli autonomi (età rispettivamente 62,7 e 63,7). Se invece le notti sono più di 63 e fino a 71, la quota per i dipendenti sale a 99,6, mentre per gli autonomi 100,6 (l’età di conseguenza passa a 63,7 e 64,7).
La decorrenza della pensione slitta, ecco quando e come
Qualunque sia l’attività svolta che dà diritto allo scivolo, deve essere stata effettuata per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni. Il messaggio INPS fissa la scadenza delle domande di riconoscimento del beneficio. Infatti per chi centra i requisiti prima citati nel 2025, entro il primo maggio ricade l’obbligo di presentazione di questa istanza. Tutto come previsto dall’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo n. 67 del 2011, che tra l’altro spiega cosa accade per chi non presenta l’istanza per tempo. La domanda presentata entro il primo maggio viene considerata tempestiva. La presentazione della domanda di riconoscimento del beneficio oltre il termine del 1° maggio 2024 invece viene considerata istanza tardiva. E ciò comporta il differimento della decorrenza della pensione per chi ne ha effettivamente diritto. La penalizzazione è pari a:
- un mese di decorrenza posticipata per un ritardo della presentazione fino a un mese;
- due mesi di decorrenza posticipata per un ritardo della presentazione sopra il mese e sotto i 3 mesi;
- tre mesi di decorrenza posticipata per un ritardo della presentazione pari o superiore a tre mesi.