La rottamazione delle cartelle o più precisamente la definizione agevolata delle cartelle esattoriali è una misura a cui ormai da anni i contribuenti italiani sono più che abituati. Perché quella che è scaduta (parliamo delle domande di adesione naturalmente) il 30 giugno 2023 è la rottamazione quater. Significa che è la quarta versione della rottamazione.
Per rottamazione delle cartelle si fa riferimento a quella misura che dietro richiesta da parte del contribuente, permette di vedersi scontate di sanzioni, interessi ed aggio le cartelle esattoriali a carico del contribuente. Con la possibilità aggiuntiva di scegliere un comodo pagamento dilazionato, in massimo 18 rate trimestrali. E per la rottamazione quater l’ultima rata dell’eventuale piano richiesto e concesso è a novembre 2027.
Nonostante sia ancora recente la rottamazione quater, e nonostante chi paga a rate sta ancora pagando, ecco che già si parla di una nuova rottamazione, stavolta la quinquies. Ma davvero nascerà? E se tutto verrà confermato, cosa permetterà di fare per chi è alle prese con le cartelle esattoriali?
La nuova rottamazione delle cartelle 2025 per azzerare più debiti, il punto della situazione
Da poco è stata concessa l’ennesima proroga ad una delle scadenze delle rate della rottamazione quater. Infatti la rata di luglio è stata posticipata a settembre come già accaduto con alcune rate precedenti. Le difficoltà che molti contribuenti incontrano nel pagare le rate della rottamazione ha spinto più volte il governo a decidere di concedere maggiore elasticità rispetto a quella che è prevista dalla normativa. Che ricordiamo prevede la decadenza immediata dal beneficio della rottamazione alla prima rata non pagata entro la scadenza dei 5 giorni di tolleranza da quella originaria.
Cos’è la rottamazione delle cartelle esattoriali dal punto di vista del debitore e dello Stato
La rottamazione delle cartelle è un provvedimento che i contribuenti ritengono ottimale come si nota dalle tante adesioni (anche se molti dopo le adesioni o dopo i primi pagamenti tornano ad essere debitori non paganti). Ma è un provvedimento che anche lo Stato ritiene ottimale. E non certo per magnanimità o bontà d’animo nei confronti dei contribuenti. Si tratta di un provvedimento che mira ad incassare liquidi che servono per le tante altre urgenze. Soldi che a prescindere dall’incasso, vengono messi a bilancio da parte del governo, che fissa gli obiettivi di incasso da questo genere di provvedimenti.
Per esempio su un provvedimento di rottamazione il governo può ipotizzare di incassare per l’anno 2025 un miliardo di euro. Questo miliardo finisce come voce attiva di bilancio, a prescindere che poi l’incasso diventi realtà per intero.
Ecco perché si comincia a ragionare su un nuovo intervento per le cartelle esattoriali, cioè sulla già citata rottamazione quinquies. Al momento nulla di certo, perché è solo un pour parler, ovvero una semplice indiscrezione o ipotesi.
Ecco la nuova rottamazione delle cartelle
Se davvero si farà una nuova rottamazione delle cartelle, il momento opportuno è questo, con la legge di Bilancio in procinto di essere varata così come il classico collegato alla manovra, il cosiddetto decreto Fiscale. La nuova rottamazione delle cartelle come meccanismo non dovrebbe discostarsi dalla precedente. Ma potrebbe riguardare i debiti affidati all’Agente di riscossione fino al 31 dicembre 2023. Quindi potrebbe annoverare altre cartelle esattoriali non comprese nella precedente sanatoria che prevedeva la rottamazione solo per i debiti fino al 30 giugno 2022. Solo a provvedimento presentato e iniziato a discutere si potrà capire se nella nuova eventuale rottamazione delle cartelle saranno compresi solo i debiti che un contribuente non ha inserito nella precedente, o se si potrà rifare tutto da capo. Anche ricomprendendo quindi i decaduti.