Il paradosso del sistema previdenziale ed assistenziale italiano è uno soltanto. Infatti oltre i 60 anni di età lo Stato considera un contribuente come poco idoneo ad essere ricollocato al lavoro a tal punto da concedergli l’Assegno di Inclusione. Ma a 60 anni di età lo Stato non vede in questo contribuente un soggetto che può prendere la sua pensione, anche se ha versato un cospicuo numero di anni di contributi. Paradosso dicevamo con alcune eccezioni. Perché qualche fortunato che può andare in pensione a 60 anni esiste. E adesso vedremo come.
La pensione a 60 anni di età o prima, ecco tutte le misure che lo permettono
Con 60 anni di età e 20 anni di contributi, non si va certo in pensione. Ma nemmeno a 61, 62 o 63 anni. Solo alcuni rari lavoratori, ovvero i contributivi puri che oltre a completare 64 anni di età e 20 anni di contributi riescono ad avere una pensione di almeno 3 volte l’assegno sociale (donne con un figlio 2,8 volte, donne con più figli 2,6 volte), possono accedere alla pensione a questa età. Tornando ai 60 anni, nulla da fare se si eccettua una lavoratrice che ha una invalidità specifica almeno all’80%. Perché a 56 anni con 20 anni di contributi le lavoratrici possono sfruttare la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. A 59 anni o a 60 anni, sempre le donne possono avere accesso ad Opzione Donna. Una misura che prevede 35 anni come soglia contributiva da completare. Ma che riguarda solo caregivers, invalide, licenziate o alle prese con aziende in crisi.
A sorpresa la pensione a 60 anni è facile, ma servono carriere lunghe
A 60 anni di età si può andare in pensione pure con le misure distaccate dai limiti anagrafici. Parliamo della pensione anticipata ordinaria e della pensione con quota 41 per i precoci. Per la pensione anticipata ordinaria bastano 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Per la quota 41 anni, naturalmente servono 41 anni di contributi ma poi bisogna appartenere ad una delle quattro categorie previste dalla misura e cioè caregiver, invalidi, disoccupati o addetti al lavoro gravoso.