Hai 67 anni di età e 20 anni di contributi ma non sono stati sufficienti per la pensione di vecchiaia? Vuol dire che sei un contributivo puro, cioè che hai iniziato a versare contributi dopo il 1995 e non hai raggiunto l’importo soglia della pensione. In termini pratici, non hai raggiunto la pensione minima che deve essere pari a 1,5 volte l’assegno sociale per rientrare nella pensione di vecchiaia come contributivi puri. Prendi però l’assegno sociale, perché hai redditi al di sotto delle soglie prestabilite. Ma sei timoroso che per colpa di questi redditi variabili di anno in anno, qualcosa vada storto e perdi pure l‘assegno sociale. Niente paura, dal 2024 per molti soggetti che si trovano nelle situazioni prima citate, ecco arrivare la pensione di vecchiaia definitiva.
La pensione di vecchiaia al posto dell’assegno sociale? ecco chi può
La casalinga che per colpa della pensione del marito, supera 13.085,02 euro e non può prendere l’assegno sociale. Oppure quella che pur con redditi sotto questa soglia, non gode dell’assegno sociale intero da 503,27 euro al mese, ma di qualche centinaio di euro. Sono situazioni largamente diffuse di chi non avendo raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia, vira verso una misura assistenziale che per natura è vincolata a conferma annuale perché l’INPS deve verificare annualmente il possesso dei requisiti reddituali. Sono i casi che producono il tristemente noto affare dei contributi silenti. Si tratta di contributi che un lavoratore ha versato durante la vita lavorativa, ma che non essendo sufficienti per la pensione, restano inutilizzati e di fatto “regalati” all’INPS. Un caso che riguarda anche chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 e si trova costretto a non usare i suoi 20 anni di contributi perché per la pensione di vecchiaia servono oltre 750 neuro al mese di pensione altrimenti non si prende.
Pensione di vecchiaia più facile dal 2024, ecco perché
Nel 2024 però il governo ha deciso di alleggerire il carico, eliminando il vincolo della pensione minima da raggiungere per i contributivi. In parole povere anche chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995, potrà andare in pensione semplicemente con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Ma questo vale anche per chi oggi prende l’assegno sociale perché quando aveva compiuto i 67 anni di età ed i 20 anni di contributi, non ha poturo garantirsi la pensione ma ha preso l’assegno sociale. E vale anche per chi, sempre per via del vincolo della pensione minima di 1.5 volte l’assegno sociale, non è mai andato in pensione e per via dei redditi (6.542,51 euro annui per i non coniugati e 13.085,02 euro per i coniugati), non ha mai ottenuto l’assegno sociale.