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La regola del 72: come sapere in quanti anni un investimento raddoppia

Esiste una semplice formula matematica in grado di dirci in quanto tempo il capitale investito raddoppia.

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, ma non per questo non sono attirati dagli investimenti più sicuri (un esempio è rappresentato dai buoni fruttiferi postali, uno degli investimenti  più graditi). Quando si investe, però, quello a cui si punta è un incremento del capitale. L’ideale sarebbe vederlo raddoppiato ed esistono degli strumenti matematici che permettono di sapere quando tempo ci vuole a un investimento, con un determinato tasso di interesse, a raddoppiare.

Uno degli strumenti più efficaci è quello conosciuto semplicemente con il nome di “regola del 72”. Si tratta di un calcolo molto semplice che dirà per quanto tempo tenere fermo un capitale per vederlo raddoppiare di valore. Attenzione, però, non sempre questa regola può essere applicata: se il tasso di interesse è molto basso non funziona.

Come funziona la regola del 72?

Si tratta di un trucco matematico che, conoscendo il tasso di interesse annuo riconosciuto dall’investimento, saprà indicare il tempo necessario per il raddoppio del valore del capitale.

Supponiamo di aver sottoscritto un buono postale con tasso di interesse del 4%, dividendo il 72 per il tasso di interesse come risultato si avrà il numero di anni necessari a fare in modo che il capitale investito raddoppi di valore: 72:4= 18 anni. A prescindere dall’importo dell’investimento.

Se si investono, quindi, 10.000 euro al 4%, dopo 18 anni si potranno ricevere indietro dal proprio investimento 20.000 euro. Se l’investimento è al 5% ci vorranno poco più di 14 anni e se l’interesse è al 10% saranno necessari poco più di 7 anni.

Perché si usa il numero 72?

Perché in questa formula si utilizza il numero 72? Si tratta del risultato di un equazione matematica che considera l’interesse composto, ovvero la crescita esponenziale del capitale grazie agli interessi. Se si investono 1.000 euro, dopo il primo anno non saranno più 1.000 euro, ma 1.000 euro a cui aggiungere gli interessi maturati. Lo stesso accadrà al secondo anno e a quelli successivi, di modo che il tasso di interesse di applicherà, man mano che passa il tempo, a un capitale sempre maggiore.

Anche se il 72 non è esattamente lo stesso calcolo ci fornisce un dato abbastanza realistico e vicino a quello che si avrebbe calcolando l’effetto dell’interesse composto.

Per poter applicare la regola del 72 bisogna, però, conoscere il tasso di interesse annuo che viene riconosciuto all’investimento. Come abbiamo detto in apertura, però, questa regola non si può applicare sempre perché ha dei limiti ben precisi.

Per prima cosa si può applicare quando i rendimenti sono stabili e non variabili (con le azioni, quindi, non funziona). La regola offre un risultato veritiero solo qualora il tasso di interesse riconosciuto è costante nel tempo.

Inoltre non può essere applicata quando i tassi sono molto bassi: se il tasso di interesse è inferiore a 1, infatti, la stima che si ottiene non è corretta.

Anche se non è una formula matematica che restituisce un risultato preciso al mese e al giorno, ma restituisce, quanto meno, un calcolo approssimativo per chi vuole effettuare un investimento a lungo termine e avere delle stime di quello che si andrà a guadagnare.

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