Pensioni 2025: ecco le date di nascita dei lavoratori che andranno in pensione Pensioni 2025: ecco le date di nascita dei lavoratori che andranno in pensione

La verità sulla pensione a 58 anni nel 2023 e perché correre ai ripari

La verità sulla pensione a 58 anni nel 2023 va detta per evitare di generare false aspettative. Non batava la penalizzazione di assegno a cui le lavoratrici che scelgono opzione donna, devono sottostare. Non bastava il fatto che la misura ha una finestra tra i 12 ed i 18 mesi. Infine, non è bastato neppure imporre un meccanismo per opzione donna che fa si che la misura si autofinanzia nel lungo periodo restando a carico delle stesse lavoratrici optanti. La proroga tutto è tranne che ciò che le lavoratrici attendevano. E già si parla di rimettere mano alla misura. In pratica, nemmeno il tempo di varare la proroga che già si inizia a parlare di correttivi. Magari già ad inizio 2023, soprattutto verso alcune cose inserite nella misura, che non sono piaciute all’opinione pubblica.

Pensione con opzione donna nel 2023, proroga ok, ma non in questo modo

La pensione con opzione donna, almeno per come tutti l’hanno conosciuta in questi anni è stata impostata sempre su alcuni punti cardine. Le cose tipiche della misura sono:

  • i requisiti vanno centrati entro l’anno precedente quello in cui si deve presentare domanda;
  • la pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo;
  • la differenza anagrafica riguarda le lavoratrici dipendneti rispetto alle lavoratrici autonome.

La proroga 2023 per la pensione a 58 anni di opzione donna

Alcune delle cose prima citate sono praticamente identiche al passato anche nella proroga 2023 della misura. In pratica, se per le lavoratrici con la vecchia opzione donna, il doppio requisito era da completare entro la fine del 2021, adesso chi intende sfruttare l’uscita nel 2023, dovrà completare i requisiti entro il 31 dicembre 2022. La carriera utile resta ferma a 35 anni di contribuzione versata così come il calcolo della prestazione resta quello più penalizzante, cioè quello contributivo. Ed a prescindere dalla data di inizio della carriera o dal periodo dove ricadono i versamenti. L’età di uscita resta quella minima a 58 anni come in passato. ma cambiano due cose. Opzione donna diventa ridotta a determinate lavoratrici o ex lavoratrici, con problematiche particolari. E poi prende forma la questione dei figli avuti durante la vita. Requisiti anagrafici differenti in base al numero dei figli avuti.

La verità sulla pensione a 58 anni nel 2023

La misura era già particolarmente svantaggiosa dal punto di vista del calcolo della prestazione. Soprattutto per le lavoratrici che hanno una carriera antecedente il 1996, lunga 18 anni e che avrebbero avuto il diritto ad un calcolo retributivo fino al 2012. Il taglio considerevole della prestazione fa si che dopo l’inevitabile maggiore spesa dello Stato per finanziare le uscite, nel lungo periodo il taglio di assegno porta l’INPS a risparmiare molti soldi su queste lavoratrici. Da qui la considerazione che si tratta di una misura che alla fine costa davvero poco per lo Stato. E non si capisce il perché il Governo abbia deciso per una proroga diversa da quanto fatto con l’Ape sociale, confermata in maniera identica al passato. Opzione donna adesso diventa possibile solo per le disoccupate, le invalide, le caregivers o per le dipendenti di aziende che hanno aperto procedure di crisi. Chiamarla ancora opzione è esagerato quindi, dal momento che sono poche quelle che possono scegliere quando uscire.

La discriminazione sui figli

Ed anche la questione figli è finita presto sul banco degli imputati. Tacciata subito di essere un cavillo discriminatorio. A 58 anni infatti non potranno uscire tutte le lavoratrici dipendenti del settore privato e non come in precedenza. Potranno uscire solo quelle che hanno avuto 2 o più figli e che allo stesso tempo sono, alternativamente, invalide, disoccupate, con parenti stretti invalidi in casa da assistere o dipendenti di aziende sull’orlo del fallimento. Con un solo figlio l’uscita sarebbe a 59 anni, mentre senza essere diventate madri, l’uscita non prima dei 60 anni. E bisogna considerare che c’è anche la finestra di 12 mesi per le lavoratrici del settore privato e 18 mesi per le autonome. In pratica, una lavoratrice che non è mai diventata madre, se non compie 60 anni di età entro la fine del 2022, non potrà andare in pensione con opzione donna. La verità sulla pensione a 58 anni nel 2023 è questa.