L’Assegno di inclusione è la misura che il governo ha deciso di introdurre in sostituzione del reddito di cittadinanza. Una misura nuova e diversa dalla precedente soprattutto per la platea dei soggetti interessati. Infatti il governo ha deciso di porre un freno ai sussidi a favore di persone che effettivamente possono essere considerate come idonee a trovare una nuova occupazione e lavorare. Proprio alla luce di tutto questo la platea dei potenziali beneficiari è sensibilmente inferiore a quella a cui eravamo abituati in questi anni con il reddito di cittadinanza. Sono molti di meno i soggetti che possono avere accesso all’Assegno di Inclusione rispetto a quello di cittadinanza.
Assegno di Inclusione, ecco a chi viene concesso
I soggetti con un’età compresa tra i 18 ed i 59 anni di età non possono prendere l’Assegno di Inclusione. In primo luogo non possono presentare domanda se nel loro nucleo familiare non esistono persone sotto i 18 anni di età, sopra i 60 anni, invalidi o svantaggiati. Ed in secondo luogo, anche in presenza di soggetti come quelli prima citati, nel calcolo dell’Assegno di Inclusione gli occupabili non rientrano. In pratica, l’importo del sussidio sarà calibrato solo sui cosiddetti fragili. Niente da fare quindi per chi non è invalido, non ha 60 anni o ne ha più di 18.
L’unica via però è quella di farsi considerare come svantaggiato dai servizi sociali o dai servizi sanitari. In questo caso le porte dell’Assegno di Inclusione verrebbero comunque aperte anche a soggetti che effettivamente non avrebbero il diritto a percepire la misura.
Svantaggiati? il sussidio può essere preso anche sotto i 60 anni
In un opuscolo informativo relativo alla misura, sono state elencate tutte le situazioni che possono essere utili ad un soggetto per essere considerato svantaggiato dal punto di vista dell’Assegno di Inclusione. Situazione utile quindi a poter percepire il sussidio nonostante in teoria non se ne avrebbe diritto. Le situazioni di svantaggio possono essere molteplici e l’INPS da poco ha messo in piedi una piattaforma dove le ASL o i servizi sociali comunali possono inviare le comunicazioni di presa in carico per gli interessati. Un modo per velocizzare l’approvazione delle domande che proprio alla luce di tutto questo sono ancora sospese o semplicemente acquisite. Le condizioni di svantaggio sono:
- soggetti con disturbi mentali;
- persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale tra il 46% ed il 66%;
- soggetti con dipendenze da alcool, droghe, sostanze di ogni genere o gioco;
- persone vittime di violenza e di tratta;
- ex detenuti (liberi da un anno) o ammesse alle misure cautelari alternative alla detenzione;
- persone inserite in strutture di accoglienza;
- soggetti che sono stati inseriti in programmi di emergenza;
- i senza dimora in carico ai servizi sociali territoriali;
- persone tra i 18 ed i 21 anni che a causa di provvedimenti delle Autorità, sono state allontanate dalla loro famiglia.