Pensioni anticipate 2025, 2 novità da capire Pensioni anticipate 2025, 2 novità da capire

Legge di Bilancio e aumento pensioni 2025: che cifre in più ai pensionati con la linea Giorgetti?

Dalla Legge di Bilancio anche un nuovo aumento pensioni 2025, ecco che cifre in più ai pensionati potrebbero arrivare.

Parlare di linea Giorgetti può sembrare una cosa esagerata ma l’operato del Ministro dell’Economia e delle Finanze sembra far propendere verso questa direzione. Infatti da alcune sue dichiarazioni esce fuori che qualcosa di diverso può essere partorito dalla legge di Bilancio anche se durante la presentazione di ieri all’indomani del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera alla manovra, qualche passaggio non è stato molto chiaro.
Da quanto si apprende dalla manovra che dal 21 ottobre dovrebbe arrivare alla Camera per iniziare il solito tour in Parlamento, le cose chiare riguardano il cuneo fiscale, l’IRPEF, i bonus casa, il bonus bebè e la social card.

E se guardiamo alle pensioni, chiaro sembra che sia la conferma con tanto di dotazioni 2025 e per gli anni a venire, dell’Ape sociale. Per il resto si deve andare avanti ad interpretazione. Anche perché il testo della manovra ancora non è disponibile.
Diamo per scontato anche la proroga di opzione donna e della quota 103 insieme all’Ape sociale.

E sulla perequazione, da un lato può sembrare che il governo vada avanti confermando il meccanismo del 2024, nonostante ipotesi di incostituzionalità del meccanismo, mentre da un altro lato pare che si voglia tornare al passato, ad una indicizzazione piena e allo stop del meccanismo di sterilizzazione.

Come funziona l’aumento delle pensioni di gennaio

La rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici è una cosa che si ripete sempre e che serve per adeguare le pensioni all’aumento del costo della vita.

Per sostenere l’inevitabile calo del potere di acquisto delle prestazioni, ed in base all’aumento del costo della vita, ogni anno i trattamenti vengono aumentati. Si tratta pertanto del principale strumento di tutela dei pensionati, su tutte le pensioni di cui sono titolari.

Ogni gennaio l’INPS procede all’aumento dei trattamenti pensionistici,con una rivalutazione sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati con il cosiddetto FOI.

Si usa il tasso di previsione, salvo poi tornare al calcolo intero della perequazione sulla base del tasso di inflazione definitivo, che sempre l’ISTAT in genere provvede a confermare entro il 20 novembre di ciascun anno.

Quindi, a gennaio si usa un indice provvisorio, poi a gennaio dell’anno dopo (ma da diversi anni lo si eroga a dicembre in anticipo), si passa ad eventuali conguagli se ci sono state delle variazioni dei valori definitivi.

Le fasce di perequazione e come potrebbero cambiare

Detto del meccanismo di indicizzazione, nel 2024 è stato adottato il metodo delle fasce a scalare con il seguente meccanismo:

  • Aumento al 100% per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 85% per le pensioni fino a 5 volte il trattamento minimo;
  • 54% per le pensioni fino a 6 volte il trattamento minimo;
  • 47% per le pensioni fino a 8 volte il minimo;
  • 37% per le pensioni fino a 10 volte il minimo;
  • 22% per le pensioni oltre 10 volte il minimo.

Un meccanismo evidentemente penalizzante man mano che cresce la pensione. Ma soprattutto perché non a scalare ma ad aliquota fissa. In pratica, l’aliquota prevista è sull’intero importo della pensione e non solo sulla parte che eccede la soglia dello scaglione precedente. In questo modo anche per pochi euro oltre le 4 volte il trattamento minimo una pensione è rivalutata interamente all’85% del tasso di inflazione e non al 100% come quella che, sempre per pochi euro è sotto 4 volte il minimo.

Pensioni, aumenti, minime e Corte Costituzionale

Sulla questione si attende anche l’esito di ciò che stabilità la Corte Costituzionale che deve decidere se era o meno costituzionale questo metodo usato per la perequazione 2024. Forse anche per questo il Ministro Giorgetti ha annunciato che si potrebbe anche pensare di ripartire con una rivalutazione piena e con meccanismo progressivo. magari tornando al passato. Cioè alle tre fasce per la perequazione:

  • 100% del tasso d’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% per le pensioni di importo fino a 5 volte il minimo;
  • 75% per le pensioni di importo superiore.

Il Ministro Giorgetti oltre ad annunciare la rivalutazione piena ha parlato anche delle cosiddette pensioni minime con la conferma di un altro aumento pari al 2,7% con questi trattamenti che anche per il 2025 potrebbe salire arrivando a circa 630 euro senza considerare l’aumento per la perequazione prima citato.