Cosa rischia chi deve andare in pensione se ha delle cartelle esattoriali non pagate? Cosa rischia chi deve andare in pensione se ha delle cartelle esattoriali non pagate?

L’INPS ti chiede 12 mesi di pensione indietro? Ecco perché

Prendere mese dopo mese la propria pensione è ciò che fanno molti contribuenti. Il premio per una vita di sacrifici è questo. L’abitudine a prendere la pensione diventa fondamentale per un contribuente. In alcuni casi però succede che l’INPS blocca questa abitudine. Anzi, accade che l’INPS chieda soldi indietro al pensionato. Senza voler incutere timore e paure nei confronti dei pensionati, il caso che analizziamo oggi tutto è fuori che raro.

L’INPS ti chiede 12 mesi di pensione indietro? Ecco perché

Ci sono due misure pensionistiche che prevedono il divieto di tornare a lavorare dopo aver percepito il trattamento. Una funziona così praticamente da sempre. Parliamo della quota 103. Perché così funzionavano anche la quota 100 e la quota 102. Invece l’altra funziona così solo dal 2024. E parliamo dell’Ape sociale, una misura che è stata confermata nel 2024 ma modificata aumentando l’età di uscita è imponendo il divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da lavoro, come già detto per le varie misure a quota. Proprio da questo vincolo nasce la problematica di cui parliamo, cioè quella dell’INPS che nonostante abbia già dato la pensione, arriva a sospenderla al pensionato e poi chiede la restituzione delle somme percepite indebitamente. E la restituzione può arrivare anche all’intero anno solare di incasso della pensione.

Soldi indietro ma fino a quando?

Sono numerosi i casi di cronaca che mettono in luce questo particolare aspetto delle pensioni erogate dall’INPS e poi da restituire. Ci sono pensionati che per colpa di piccole attività lavorative attivate dopo essere andati in pensione con una di queste misure, si trovano in una grave problematica. Infatti nel momento in cui il pensionato disattende il divieto di cumulare i redditi da lavoro con i redditi della pensione, tanto con l’Ape sociale che con la quota 103, corre il rischio di dover restituire tutti i soldi precedentemente incassati con i ratei di pensione a partire dal primo gennaio dello stesso anno in cui la ripresa dell’attività lavorativa si è manifestata. E chi anche per qualche giorno di lavoro da dipendente, o perfino per redditi incassati facendo la comparsa in un film, ha dovuto prima di tutto perdere la pensione e poi ha dovuto restituirla.

Pensioni e cumulo dei redditi

Va ricordato infatti che chiunque vada in pensione con una delle misure a quota prima citate oppure chi è entrato in pensione con l’Ape sociale nel 2024 non può svolgere alcuna attività lavorativa né da dipendente né da autonomo. L’unica eccezione ammessa è quella del lavoro autonomo occasionale. Purché questa attività lavorativa non superi i 5.000 euro di reddito annuo. Parliamo di attività come quella delle lezioni private per esempio o di piccole collaborazioni. In tutti gli altri casi una volta provveduto a riattivare l’attività lavorativa dopo averla cessata per andare in pensione, quando l’INPS effettua i controlli ecco che il disastro è compiuto. L’INPS provvede a sospendere la prestazione chiedendone la restituzione.