Un fine 2024 ed un inizio 2025 particolare è quello che hanno passato alcuni pensionati italiani. Parliamo di chi ha ricevuto in queste settimane una lettera dall’INPS che impone un adempimento relativo all’anno 2022 da espletare quanto prima. Con il concreto rischio, se mai il pensionato che ha ricevuto la comunicazione dovesse non adempiere, di perdere una parte della pensione o addirittura tutta la pensione.
L’INPS ti sospende la pensione, non sottovalutare la nuova lettera che hai ricevuto
Le lettere che stanno ricevendo molti pensionati sono quelle relative alle comunicazioni reddituali obbligatorie. Parliamo di quella lettera che ha come oggetto “prestazioni collegate al reddito erogate dall’INPS”. Ma anche di quelle che invece per oggetto hanno “dichiarazioni di responsabilità per i titolari di prestazioni assistenziali”.
La cosa che accomuna entrambe le lettere è la loro scadenza. Infatti gli interessati devono provvedere a espletare l’adempimento entro il 28 febbraio 2025.
Il modello RED obbligatorio
Nel primo caso viene imposto a chi è titolare di prestazioni collegate ai redditi, di inviare per tempo la comunicazione dei redditi rilevanti percepiti nel 2022 dal diretto interessato o eventualmente da alcuni componenti il proprio nucleo familiare.
Perché anche se l’interessato presenta la dichiarazione dei redditi, per continuare a percepire tutta la prestazione se interamente collegata ai redditi o la parte di prestazione collegata ai redditi, devono essere indicati i redditi rilevanti assenti sia propri che eventualmente del componente la famiglia indicato nella lettera stessa come titolare di questi redditi rilevanti assenti.
Le autocertificazioni per i titolari di prestazioni assistenziali
Nel secondo caso invece i titolari di prestazioni assistenziali, come per esempio l’assegno sociale, devono presentare le dichiarazioni di responsabilità circa la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per il mantenimento del diritto a queste prestazioni. Per esempio va autocertificata la residenza effettiva in Italia in caso di assegno sociale o per esempio di assegno sociale sostitutivo dei trattamenti di invalidità civile. Perché chi prende prestazioni collegate all’invalidità o prende l’assegno sociale, essendo prestazioni assistenziali, non possono essere esportate all’estero.
Ecco cosa rischia chi non risponde alle lettere dell’INPS
Il rischio è che mancando questi adempimenti obbligatori, gli interessati finiscano con il perdere il diritto alle loro prestazioni. Ecco perché meglio fare subito, magari tramite il proprio Patronato, Caf o professionista. O accedendo all’area riservata del sito INPS con le credenziali CIE o SPID e procedendo a fare tutto da soli. Ecco quando si corre il rischio di perdere la pensione o il proprio trattamento per un semplice inadempimento quindi. Perché effettivamente da sempre l’INPS quando trova inadempiente un titolare di una prestazione a questi obblighi di dichiarazione, passa alle maniere forti.
Ed una volta sospesa tutta o in parte la prestazione i guai possono essere seri. Perché per sbloccare la prestazione precedentemente sospesa, bisogna passare alla domanda di ricostituzione. Fermo restando che in casi molto frequenti l’INPS oltre a sospendere la prestazione chiede la restituzione delle somme eventualmente percepite precedentemente. Somme che l’INPS non avendo le comunicazioni che chiede, considera indebitamente percepite.