Il Decreto Legislativo numero 110 del 29 luglio 2024, cioè la cosiddetta riforma della riscossione, ha prodotto sicuramente diverse novità in materia cartelle esattoriali. Per chi le ha già a suo carico, ci sono almeno due provvedimenti che possono sicuramente essere considerati molto favorevoli. Ma dalla riforma della riscossione, precisamente dall’articolo numero 14 del già citato Decreto Legislativo, emerge una novità per certi versi ancora più importante. Che sottolinea la fine dell’era della riscossione mediante questo genere di titolo di esecuzione forzata.
Questo articolo pone la parola fine all’epoca delle cartelle esattoriali, limitando l’uso di questo genere di strumento solo a pochi casi. Ma non è una notizia da reputare esclusivamente positiva. Perché come vedremo cambia poco per i contribuenti indebitati.
Mai più cartelle esattoriali, con la riforma addio al nemico pubblico per i debitori, ma cosa cambia?
Quando parliamo di cartelle esattoriali di cosa parliamo? Tutti hanno a che fare con le cartelle esattoriali, o almeno la stragrande maggioranza dei contribuenti. Ma pochi sanno che la cartella esattoriale non è altro che lo strumento di esecuzione forzata che adotta la Pubblica Amministrazione per avere in mano un titolo esecutivo che invece nel settore privato e nei debiti tra privati può essere un assegno, una cambiale o una sentenza di un Giudice. Significa che fino alla cartella esattoriale il credito vantato dalle Pubbliche Amministrazioni non ha ancora la potenzialità per far partire fermi amministrativi, confische e pignoramenti. Ecco perché la cartella esattoriale è la cosa che maggiormente toglie il sonno ai contribuenti indebitati. Che per il tramite delle cartelle esattoriali possono finire in guai seri.
La riforma della riscossione e le novità che introduce
La riforma della riscossione come dicevamo ha introdotto una rateizzazione maggiore a favore dei contribuenti. Dal primo gennaio prossimo alla solita formula di 72 rate massimo per tutti e di 120 rate per chi ha documentate difficoltà economiche, si passerà a piani più lunghi. Procedendo gradualmente e passando a 84 rate per il biennio 2025-2026, a 96 rate per il biennio successivo e poi, di biennio in biennio, 108 e 120 rate praticamente per tutti. Sempre considerando la rata minima ammissibile ed altri cavilli che molti contribuenti che hanno chiesto i piani rateali delle cartelle, conoscono benissimo.
Il discarico delle cartelle esattoriali, quali sono quelle cancellate automaticamente?
Altra novità importante, il discarico automatico delle cartelle vecchie di 5 anni e non incassabili, almeno secondo il pensiero dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. In pratica le cartelle che Agenzia delle Entrate dopo averci provato per 5 anni, reputa non esigibili, verranno cancellate dal ruolo del contribuente. E rimandare all’Ente da cui parte il debito. Che deciderà il da farsi, come spiegato in altri nostri articoli in materia.
L’avviso di accertamento diventa subito atto esecutivo
Una cosa che cambia radicalmente però è il fatto che adesso anche la semplice notifica di un avviso di accertamento da parte di enti quali l’INPS o l’Agenzia delle Entrate, possono diventare titoli esecutivi. Basterà che il Concessionario alla Riscossione segnali al contribuente la presa in carico del credito da parte sua. Al posto della cartella l’avviso di accertamento diventa un titolo che permette poi all’Agenzia delle Entrate Riscossione di partire con le procedure di esecuzione forzata. E quindi, pignoramenti e simili. Per il contribuente di fatto cambia poco. Anche perché l’obbligo di comunicazione della presa in carico da parte del Concessionario, presuppone la facoltà del contribuente di muovere ricorso nei confronti dell’avviso stesso come per esempio oggi può fare nei confronti della cartella esattoriale.