Ok di Montecitorio alla manovra del Governo Meloni. La Camera dei Deputati ha approvato la legge di Bilancio senza grossi problemi con 197 voti favorevoli. La manovra 2023 è definitiva. Ed i punti cardine sono sempre quelli di cui da settimane si parla. Pensioni, reddito di cittadinanza e cartelle esattoriali, sono tutti i principali argomenti della manovra. E le novità sono state davvero tanti.
La manovra del Governo, tra pensioni, reddito di cittadinanza e cartelle
La legge di Bilancio ha ottenuto l’ok della Camera con 197 voti favorevoli e 129 contrari. La manovra adesso passa al Senato per l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre. La seconda lettura al Senato è prevista per il 27 dicembre. Per il reddito di cittadinanza confermati i tagli. Perderà il reddito di cittadinanza il beneficiario che rifiuta la prima offerta di lavoro. Offerta che potrà arrivare da tutto il territorio nazionale, a prescindere dal luogo e pure dalla tipologia di lavoro che potrà essere non consona alle competenze del diretto interessato. Dal 1 gennaio 2023 il reddito di cittadinanza per chi ha una età compresa tra i 18 ed i 29 anni sarà assegnato a condizione che l’interessato abbia completato la scuola dell’obbligo. E per i nuclei familiari privi di minorenni, invalidi o caregivers, sussidio ridotto a soli 7 mesi nel 2023.
Novità pensioni 2023
Per chi ha almeno 75 anni di età compiuti, le pensioni minime saliranno a 600 euro al mese.
Pensioni minime rialzate a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Prorogata Opzione Donna con uscite a 60 anni e con 35 anni di contributi completati entro la fine del 2022. Ma soltanto per caregiver, invalide, disoccupate o dipendenti di aziende che hanno avviato le procedure di rimodulazione della crisi aziendale. Ok a quota 103 con la pensione a partire dai 62 anni di età con 41 anni di contribuzione minima da detenere. Ed ok anche alla proroga dell’Anticipo Pensionistico Sociale (APE). Misura questa che non è stata modificata in nulla rispetto al 2022. Quindi ancora uscite a partire dai 63 anni di età. Ed ancora uscite con almeno 30 anni di contributi per caregivers, invalidi e disoccupati, e con 32 o 36 anni di contributi per i lavori gravosi (32 per edili e ceramisti).
Cartelle esattoriali, la sanatoria
Niente cancellazione automatica per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori ai 1.000 euro, perché viene dato mandato ai Comuni (ma anche ad altri Enti locali come le Regioni o a casse previdenziali diverse dall’INPS) di decidere se provvedere allo stralcio per i loro cittadini indebitati. Ma stralcio non significa cancellazione, perché verranno eliminati solo gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, le sanzioni e gli interessi di mora. Quindi la cancellazione vera resta per le Agenzie Fiscali, per gli Enti pubblici statali e per tutte le altre amministrazioni statali. La rottamazione invece non ha modifiche, con la possibilità di rottamare tutte le cartelle dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022 fino a 18 rate al netto di interessi e sanzioni.