Con 41 anni di contributi versati nel 2023 si potrà lasciare il lavoro 5 anni prima dei 67 anni di età. Lo ha previsto la manovra di Bilancio che ha varato non una quota 41 per tutti, bensì la quota 103. Si tratta di fatto di una quota 41 collegata ad una determinata età. Ma si tratta di una misura che sortisce l’unico effetto di far tornare dentro il perimetro di una pensione anticipata, i nati nel 1961. Anzi, i nati entro il 1961, perché anche se servono molti anni di contributi, la misura si apre a chiunque si trova a non aver ancora raggiunto i 67 anni di età. Per la carriera, 41 anni sembrano oggettivamente troppi per considerare fruibile a vasto regime la misura. Molti infatti si chiedono se esistono opportunità di andare in pensione a 62 anni come per quota 103, ma con carriere nell’ordine dei 30 anni o meno di contributi.
Si può andare in pensione a 62 anni nel 2023, ma come?
A 62 anni di età, ma anche a 63, 64, 65 e pure a 66 anni. Sono le varie età che collegate ai 41 anni di contributi versati, permettono di uscire dal lavoro con la quota 103. Si può andare in pensione a 62 anni quindi, ma solo con una lunga carriera. Che poi è quella che anche in passato era stata individuata come quella idonea ad essere utilizzata per la riforma delle pensioni. L’unico vincolo è quello dei 35 anni di contributi effettivi da lavoro, cioè al netto di quelli figurativi da disoccupazione o malattia. Chi ha 35 anni effettivi, può cumulare, per arrivare a 41 anni, anche questo genere di contribuzione figurativa. Chi per esempio si ferma a 34 anni effettivi, anche raggiungendo i 41 anni grazie a 7 anni di disoccupazione o malattia, non potrà accedere alla misura. Resta confermato che, sempre completando i 35 anni effettivi, tutti i contributi figurativi da disoccupazione o malattia ulteriori ai 41 anni, valgono per il calcolo dell’assegno.
Si può andare in pensione a 62 anni senza aver completato i 41 anni di contribuzione?
Non ci sono grandi possibilità al momento, per andare in pensione a 62 anni con una carriera tra i 20 ed i 30 anni di contributi versati. C’è la pensione anticipata contributiva che permette di accedere alla pensione prima dei 67 anni con 20 anni di contributi. Bastano infatti 64 anni di età con 20 anni di contributi. Ma serve anche il non avere contributi a qualsiasi titolo versati prima del 1996. E serve pure che la pensione sia di importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale, alla data della sua liquidazione.
Anticipare la pensione con 20 o 30 anni di contributi, quando?
Un’altra strada che porta ad un anticipo della pensione con 20 anni di contributi versati almeno, è quella che passa dall’invalidità pensionabile. E si può uscire già a 61 anni per gli uomini, e addirittura a 56 anni per le donne. Serve però una attesa di 12 mesi per la decorrenza (finestra) e soprattutto una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%. Infine, per chi svolge lavori gravosi, l’anticipo ma di soli 5 mesi riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria. L’adeguamento alle aspettative di vita infatti è stato congelato per i lavori usuranti e gravosi. E pertanto anche nel 2023 si potrà andare in pensione con 30 anni di contributi versati. E con una età pari a 66 anni e 7 mesi di età e non a 67.