Le multe sono una brutta sorpresa per chiunque, che venga ritrovata sotto il tergicristalli o che arrivi tramite notifica in un secondo tempo mediante comunicazione cartacea poco cambia, o quasi, perché potrebbe arrivarci già prescritta.
Chiariamo i punti principali per poter dare modo a tutti, tramite poche informazioni, la verifica della avvenuta prescrizione o meno della multa ricevuta.
Esaminiamo i vari modi di ricevere le multe
Per prima cosa il termine entro il quale si prescrive una infrazione al codice della strada è fissato in 60 mesi, cinque anni se preferite, passato questo lasso di tempo anche se riceviamo una notifica la sanzione è caduta in prescrizione e quindi nulla. Se invece è stata ricevuta una prima comunicazione i termini della prescrizione ripartono dalla data in cui viene ricevuta. Quindi qualsiasi sollecito ricevuto entro i primi cinque anni di fatto azzera e fa ripartire da zero la conta dei 60 mesi.
Alcune particolarità da tenere in considerazione per le multe che non vengono contestate sul posto. Si tratta come è semplice intuire delle infrazioni rilevate dagli autovelox, o dai semafori che rilevano chi passa con il rosso, oppure quando è impossibile per chi accerta l’infrazione fare la contestazione in tempo reale.
In questo caso la contestazione deve essere notificata entro e non oltre i 90 giorni dalla data della violazione, oltre questo termine scatta la nullità per avvenuta prescrizione.
Se invece di ricevere la notifica e la contestazione riceviamo una cartella esattoriale le cose cambiano. Infatti l’ente incaricato della riscossione una volta ricevuto l’incarico dal comune o comunque da chi ha rilevato l’infrazione, ha un tempo massimo fissato in due anni per procedere alla spedizione della cartella al proprietario del mezzo che ha commesso l’infrazione. Passati i due anni la cartella si può considerare nulla, ma non prescritta. Se infatti ricevessimo una notifica da chi ha elevato la contravvenzione comunque entro i cinque anni, allora la prescrizione si azzera e si riparte da zero.
In questi casi bisogna controllare sulla cartella la data di iscrizione a ruolo e se questa ricade a più di due anni di distanza dalla data di ricezione allora perde di efficacia. Questa regola vale per tutte le cartelle esattoriali a prescindere dal contenuto.
Contestare una multa
Se riteniamo ingiusta la contestazione e vogliamo opporci è possibile fare ricorso mediante comunicazione, questa debitamente motivata deve includere gli estremi del verbale, i dati anagrafici dello scrivente e copia di un documento d’identità valido e codice fiscale.
La contestazione deve essere inoltrata al prefetto competente di zona entro 60 giorni dalla ricezione e non ci sono costi da affrontare, salvo quelli di spedizione. Se il ricorso viene accettato la multa viene cancellata, in caso contrario verrà aggiunta una ammenda che di fatto raddoppia la cifra da pagare, quindi è importante valutare prima i presupposti del ricorso.
Ci si può rivolgere anche da un giudice di pace, sia per contestare la decisione della prefettura, o anche in via diretta, questa procedura però ha dei costi a prescindere dall’esito che variano in funzione dell’importo della sanzione, partendo da un minimo di 43 euro fino a un massimo di 264 euro tra diritti d’ufficio e commissioni. Anche in questo caso conviene comunque farsi dare un parere da un esperto prima di procedere.