Naspi 2025 anche a chi si dimette, bastano circa 3 mesi di lavoro Naspi 2025 anche a chi si dimette, bastano circa 3 mesi di lavoro

Naspi 2025 anche a chi si dimette, ma con dei limiti

Ecco come cambia la Naspi nel 2025, dimissioni valide per l’ammortizzatore, ma con dei limiti.

La Naspi è l’indennità di disoccupazione che spetta a un lavoratore subordinato che perde involontariamente il suo lavoro.
E adesso sulla Naspi bussano alla porta alcune novità. Una delle quali è dentro la prossima legge di Bilancio. Una novità figlia di un emendamento dei relatori della manovra.
Che rimescola le carte in tavola rispetto alla Naspi per dimissionari che in genere non dovrebbero avere diritto all’indennità.
E che si aggiunge alla stretta già predisposta per i dipendenti che per non dimettersi mettono il datore di lavoro nelle condizioni di farsi licenziare. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa cambia effettivamente nel 2025.

Naspi, ecco le problematiche che devono sopportare dipendenti e datori di lavoro

La Naspi è una delle misure erogate dall’INPS che produce maggiormente il problema dei furbetti. Ma quando per un contribuente è necessario fare il furbo per prendere una prestazione? In genere è quando per una determinata prestazione ci sono regole stringenti e cavilli che possono determinare il diritto o meno ad una prestazione o possono determinare gli importi da prendere per una determinata prestazione. E come detto la Naspi non fa eccezione. Ma quali sono le problematiche che maggiormente interessano la Naspi? Ecco alcune particolarità della Naspi:

  • In caso di licenziamento il datore di lavoro deve versare un ticket di licenziamento che è di importo più alto quanti più sono gli anni di assunzione del lavoratore con quella azienda;
  • In caso di dimissioni volontarie il dipendente non può prendere la Naspi.

Ecco i trucchi per prendere l’indennità che adesso non serviranno più

I fattori prima citati non fanno altro che rendere la Naspi una misura assolutamente particolare che causa non poche problematiche in un rapporto di lavoro. C’è il dipendente che trovandosi male al lavoro vorrebbe mollarlo ma non può farlo perché non avrebbe la salvaguardia dell’ammortizzatore sociale. Oppure c’è il datore di lavoro che vorrebbe ridurre il personale, o mandare a casa un dipendente poco virtuoso per l’azienda ma è restio a licenziarlo per via del ticket da versare e che servirebbe per finanziare la Naspi dello stesso.
Ed è proprio per aggirare questi ostacoli che le pratiche dei furbetti sono assai diffuse. E spesso sono datori di lavoro e dipendenti che si accordano per superare con una sola mossa i due ostacoli.

Come si ovvia alle tante problematiche della Naspi

Per prendere la Naspi bisogna che la perdita del posto di lavoro sia involontaria. Se le due parti vorrebbero interrompere il lavoro per le rispettive pretese cosa si fa in genere? Ecco che il datore di lavoro chiede al dipendente di dare le dimissioni volontarie. Con la promessa di nuova assunzione, magari con altri datori di lavoro concordi da cui dopo un breve periodo (a volte poche settimane) con il successivo licenziamento, il dipendente tornerebbe nel diritto di prendere la Naspi.
Ed è questa la pratica che adesso viene contrastata dal governo.

Naspi 2025, arriva la stretta contro i furbetti

Nell’emendamento prima citato infatti verrebbe posto un freno a tutto questo. L’assunzione fittizia o quasi che serve per ripulire le precedenti dimissioni per poter avere la Naspi, adesso diventa vincolata a 13 settimane. Significa che servirebbero oltre 3 mesi di assunzione presso un nuovo datore di lavoro per poter sdoganare il diritto alla Naspi precedentemente bloccato per le dimissioni.
Una novità che farebbe il paio con l’altra che riguarda specificatamente una pratica adottata dai dipendenti per superare l’ostacolo della perdita del diritto alla Naspi per dimissioni.
Parliamo delle ripetute assenze dal lavoro che vengono usate per spingere un datore di lavoro a licenziare un dipendente che vorrebbe andare via ma non tramite dimissioni. La regola vuole che un licenziamento per chi si assenta troppo equivale alle dimissioni volontarie. E quindi niente Naspi lo stesso.