La Naspi viene riconosciuta solo in caso di perdita involontaria del posto di lavoro. L’indennità di disoccupazione, quindi, è riconosciuta in caso di licenziamento, scadenza di contratto a termine o dimissioni per giusta causa.
In un caso specifico, però, viene concessa anche se è il lavoratore (anzi, la lavoratrice) a presentare dimissioni volontarie ed è il caso della neo mamma che si trova nel periodo di tutela dal licenziamento.
Naspi neo mamma che si dimette
Non sempre per la lavoratrice che è diventata mamma da poco è semplice conciliare la vita lavorativa con la nascita di un figlio. Ci sono casi in cui, per esempio, la mamma chiede un part time per cercare di accudire il bambino continuando a lavorare perchè diciamoci la verità: a 3 mesi di vita un figlio richiede molte attenzioni e può essere molto molto impegnativo accudirlo. Ci sono casi in cui non ci sono parenti (per la maggior parte nonni) che si prendano cura del bimbo quando la mamma è al lavoro o casi in cui a causa di lontananza tra casa, lavoro e asilo nido per la lavoratrice la strada più semplice è quella delle dimissioni una volta esaurito congedo obbligatorio, facoltativo, ferie e permessi.
Proprio per venire incontro alle esigenze delle neo mamme che non riescono a conciliare il lavoro con il nuovo nato, è previsto che in caso di dimissioni possano percepire la Naspi come chi perde involontariamente il posto di lavoro. Ma le dimissioni devono essere presentate in un arco temporale ben preciso.
La regola generale vuole che abbia diritto alla Naspi la mamma che si dimette nel periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il compimento dell’anno di vita del bambino. La neo mamma, però, anche se dimissionaria, deve impegnarsi attivamente per cercare una nuova occupazione rendendo la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e rispettando tutti gli obblighi che discendono dalla sottoscrizione del patto di servizio.
Come si presentano le dimissioni?
La mamma che decide di dimettersi entro il compimento dell’anno di vita del bambino, però, non deve rassegnare le dimissioni come avviene nella generalità dei casi utilizzando la procedura telematica che si trova sul portale del Ministero del Lavoro.
Per evitare che le dimissioni, infatti, vengano estorte alla lavoratrice o che siano poco meditate, la normativa di riferimento prevede che in caso di neomamma con diritto alla Naspi le dimissioni vengano rassegnate in una sede tutelata. Le dimissioni, quindi, in questo caso risultano valide solo nel caso siano presentate e convalidate presso gli uffici dell’Ispettorato del Lavoro.
La neo mamma, ed è bene sottolinearlo, che si dimette nel periodo di tutela non è tenuta a dare al proprio datore di lavoro il preavviso.