Grazie al collegato Lavoro cambiano le regole per la Naspi nel 2025. L’assegno di disoccupazione è dedicato a coloro che perdono in modo involontario il lavoro, ma per tappare alcune falle che la normativa aveva, è stato introdotto un meccanismo che impedisce ai furbetti di spingere il datore di lavoro al licenziamento per ottenere la Naspi.
Fino allo scorso anno il lavoratore che si assentava senza motivo dal posto di lavoro poteva essere licenziato e poteva ottenere la Naspi, anche se, poi, aveva deciso in autonomia di farsi licenziare. Si trattava di un buco normativo che permetteva ai dipendenti di non presentare dimissioni volontaria, ma di decidere lo stesso il termine del lavoro.
Naspi stop ai furbetti
Ora il lavoratore che non si reca al lavoro per un determinato numero di giorni senza avere una valida giustificazione e senza aver avvertito il datore di lavoro, viene considerato dimissionario e, proprio per questo, la Naspi non gli viene più riconosciuta.
L’Inps ha recepito la novità prevista a fine 2024 e con una circolare ha dettato le nuove regole per avere diritto alla Naspi.
Stop ai furbetti della Naspi
Negli ultimi anni molti datori di lavoro si sono trovati a dover licenziare i propri dipendenti che si assentavano dal lavoro senza giustificazione e senza avvisare. Questi dipendenti non si recavano più al lavoro in attesa di essere licenziati per poter prendere la Naspi. Con le dimissioni volontarie, infatti, non c’è diritto alla Naspi mentre con il licenziamento si, visto che si presuppone che il licenziamento costituisca una perdita involontaria del posto di lavoro.
Con il sistema delle assenze i lavoratori, quindi, decidevano di lasciare il lavoro e ricevevano, comunque, la Naspi il cui assegno mensile può arrivare fino a 1.550 euro.
Le nuove regole sulla Naspi
Le nuove regole sulle assenze ingiustificate, prevedono che queste vengano considerate alla stregua di dimissioni volontarie, escludendo, quindi, a priori dall’accesso alla Naspi.
L’assenza del lavoratore deve essere segnalata all’Ispettorato del Lavoro che procederà, poi, ad effettuare tutte le verifiche del caso e procedere a considerare risolto il rapporto di lavoro. Ovviamente alla regola sono previste eccezioni per i lavoratori che sono stati impossibilitati a comunicare all’azienda l’assenza (è il caso di calamità naturali, malattia grave o inadempienze del datore di lavoro che giustificano, di fatto, l’assenza.
Stretta sulle dimissioni con nuova riassunzione
Al fianco di queste nuova regola se ne somma un’altra, quella dei lavoratori che presentano dimissioni da contratto a tempo indeterminato per accettare un’assunzione a termine di breve durata (ad esempio una supplenza a scuola) per poi ricevere la Naspi.
Fino al 2024 era legittimo un simile comportamento, ma anche in questo caso sono stati previsti termini più rigidi: per avere diritto alla Naspi nell’ultimo anno il dipendente deve aver versato almeno 13 settimane di contributi dopo le dimissioni dal tempo indeterminato. In questo modo la Naspi viene corrisposta solo a chi ha perso involontariamente il lavoro e non a chi presenta dimissioni strategiche per estorcerla.
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