Niente quota 41 per tutti, se ne riparlerà nel 2025, forse. E niente modifiche all’attuale età pensionabile, che resterà tale fino al 2026. Sempre 67 anni ci vorranno per andare in pensione. E anche le ipotesi sulla flessibilità lasciano il tempo che trovano. Nessuna novità dovrebbe fare capolino quest’anno per entrare in vigore nel 2024. Troppo pochi i soldi disponibili e troppo difficile mettere mano al sistema. E allora via alla solita prassi di conferma di alcune misure in deroga anche per il 2024. Tra queste l’Ape sociale.
Nel 2024 in pensione a 63 anni, novità in arrivo?
Il Documento di Economia e Finanze di fatto è una sorta di anticipo della legge di Bilancio. Il governo con la nota di aggiornamento del DEF mette a bilancio alcuni capitoli di spesa. Cosa significa questo? che se c’è da destinare qualcosa alla previdenza, il DEF dovrebbe averne traccia. In caso di assenza di indicazioni, probabilmente la riforma delle pensioni slitterà. Ed il DEF, ormai imminente come presentazione, non dovrebbe avere sorprese da questo punto di vista. Significa che con ogni probabilità la prossima legge di Bilancio, nel classico pacchetto pensioni avrà soltanto alcune proroghe di misure vecchie. Sempre che sia questa la via, perché l’ipotesi peggiore sarebbe quella di andare avanti con le attuali scadenze, che portano opzione donna, l’Ape sociale e la quota 103 a scadere il 31 dicembre 2023. Senza proroghe, il ritorno al regime Fornero in pieno sarebbe realtà. Per questo anche le proroghe non vanno considerate in negativo. Soprattutto quella dell’Ape sociale. Che consentirebbe a molti di andare, nel 2024 in pensione a 63 anni
Uscita a 63 anni con l’Ape sociale? ecco come
Se l’Ape sociale venisse prorogata anche nel 2024, molti sarebbero i lavoratori che potrebbero sfruttare la misura ancora una volta. Parliamo per esempio dei nati nel 1961 che non completando i 63 anni di età entro la fine del 2023, rischiano di essere esclusi per sempre da questo reddito ponte che l’INPS eroga fino ai 67 anni di età. Ma la proroga servirebbe anche a chi entro la fine del 2023 non completa i contributi minimi necessari. Parliamo dei 30 anni per disoccupati, caregivers e invalidi, o dei 36 per i lavori gravosi. La proroga, se mai dovesse essere prevista, consentirebbe il pensionamento a partire dai 63 anni di età, perché i requisiti dovrebbero restare praticamente invariati. Così come tutti i vincoli della misura. Dall’assenza della tredicesima, alla non reversibilità della misura, dalla mancanza delle integrazioni, al tetto massimo di 1.500 euro al mese e per finire con la non indicizzazione della prestazione negli anni.