Il primo gennaio 2019 è una data che in materia pensionistica è da ricordare. Infatti è la data dell’ultimo adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Da quel giorno tutto è rimasto inalterato in attesa che presto i requisiti vengano nuovamente aggiornati in base all’andamento della vita media della popolazione. Dal 2019 l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia ordinaria è arrivata a 67 anni, allungandosi di 5 mesi rispetto a prima. Ma nel 2024 in pensione con 66 anni e 7 mesi di età si può andare ancora. E probabilmente si potrà fare anche nel 2025. Ma solo rientrando in alcune particolari categorie e solo rispettando un requisito contributivo più elevato.
Nel 2024 in pensione con 66 anni e 7 mesi di età, ecco quando
Come dicevamo, fu dal primo gennaio 2019 che l’età pensionabile passò a 67 anni. Oggi a questa età si esce con le pensioni di vecchiaia con 20 anni di contributi. Ma anche con le deroghe Amato con 15 anni di versamenti. E perfino l’Assegno Sociale senza contributi si centra a 67 anni. Il decreto n° 4 del 2019, passato alla storia come l’atto del governo Conte uno che produsse il Reddito di Cittadinanza, la Pace Contributiva e la quota 100, produsse anche una novità che pochi considerano. E che permette a qualcuno di andare, nel 2024 in pensione con 66 anni e 7 mesi di età, esattamente come prima del segnalato inasprimento.
Ecco tutti i requisiti per andare in pensione nel 2024 5 mesi prima
Gli addetti ai lavori gravosi vengono nominati quando si parla di Ape sociale e quota 41 per i lavoratori precoci. Per quanto concerne il lavoro usurante invece, si nominano questi soggetti per il relativo scivolo. Pochi guardano ad una misura di privilegio che consente di anticipare l’uscita e che è nata proprio con il decreto prima citato. Forse perché si parla di un anticipo di soli 5 mesi rispetto all’età pensionabile ordinaria. Fatto sta che per gli addetti ai lavori usuranti o gravosi, è come se quell’aumento di 5 mesi non fosse mai stato applicato. per loro nel 2024 in pensione con 66 anni e 7 mesi di età può essere la realtà, ma non con 20 anni di versamenti. Perché per godere di questo anticipo di 5 mesi bisogna arrivare almeno a 30 anni di contribuzione. E c’è anche di più, perché per la contribuzione necessaria non devono essere utilizzati periodi coperti dai figurativi. Occorre arrivare a 30 anni pieni quindi per godere dell’uscita a 66 anni e 7 mesi di età.