Se pensiamo alle pensioni di vecchiaia, la cui combinazione principale è quella 67+20, è evidente che per andare in pensione, soprattutto con pochi anni di versamenti, serva una età piuttosto elevata. Però va detto che non mancano delle misure distaccate dall’età, che pertanto possono anticipare di molto la quiescenza. Ci sono pensioni assegnate più o meno, per sopraggiunto limite di carriera. Andare in pensione solo per aver raggiunto la giusta carriera lavorativa è ciò che consentono la pensione anticipata ordinaria e la quota 41 per i precoci.
Nel 2024, al pari del 2023, il lavoratore potrà lasciare il lavoro senza limiti di età raggiungendo la giusta carriera contributiva con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Per le donne bastano 41 anni e 10 mesi. Finestra di attesa per la decorrenza del trattamento, 3 mesi. Stessa finestra, e pensioni senza limiti di età con 41 anni di contributi per i precoci che sono alternativamente caregivers, disoccupati, invalidi o con invalidi da assistere.
La misura è la quota 41 per chi ha 12 mesi anche discontinui, versati prima dei 19 anni di età, cioè i cosiddetti precoci.
Perché iniziare presto a lavorare da vantaggi
Il principio che regge questi meccanismi è che chi raggiunge una determinata carriera, dovrebbe poter andare in pensione. E sono queste le due misure che essendo distaccate dai limiti anagrafici, fanno l’esatto opposto della pensione di vecchiaia. Infatti quest’ultima misura non si prende se non si arriva alla giusta età fissata a 67 anni.
Invece nulla vieta di andare in pensione con quota 41 o con le pensioni anticipate, anche a 60 anni ed anche nel 2024. Evidente che per completare 42 anni e 10 mesi a 60 anni, un lavoratore deve aver iniziato a contribuire, dai suoi 17 anni o poco dopo. E deve avere avuto la fortuna di una carriera continua e priva di grandi interruzioni.