Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra

Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra

Può sembrare la classica esagerazione ma non lo è, Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8.

Le pensioni 2025 non saranno state oggetto di una vera e propria riforma delle pensioni, perché di grandissime novità il panorama previdenziale non è stato certo arricchito. Ma una novità, anche se riguarda una piccola categoria di contribuenti e soprattutto, con determinate condizioni, c’è stata. E questa novità permetterà nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8.
E se pensiamo che negli ultimi anni la pensione per quotisti ha visto il suo punto più basso con quota 100 e adesso c’è la quota 103, evidente che se si guarda alle quote prima esposte il vantaggio è netto.

Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra

Non è certo un esagerazione dire che nel 2025 ci saranno lavoratori che potranno andare in pensione con una quota compresa tra 82,8 e 85,8. Se è vero che le quote in materia previdenziale sono quelle date dalla somma algebrica di contributi ed età anagrafica, è evidente che una quota 82,8 oppure già 85,8 è piuttosto bassa rispetto alla media di oggi.

Ma come si fa ad andare in pensione con questo genere di quote? Innanzitutto dobbiamo dire che queste soluzioni sono appannaggio oggi solo di lavoratori e contribuenti che hanno iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995.

Parliamo infatti di soluzioni utili ai cosiddetti contributivi puri. Ma non tutti i contributivi puri potranno sfruttare questo genere di vantaggio perché la normativa vigente quest’anno ha previsto per il 2025 delle notevoli agevolazioni per chi ha cominciato a versare dopo il 31 dicembre 1995, ma solo se si tratta di lavoratrici che hanno avuto almeno quattro o più figli.

Il vantaggio come evidente vale sia sulle pensioni di vecchiaia contributive che sulle pensioni anticipate contributive. Sarebbero quelle misure che si accendono una volta raggiunti i 67 anni di età o i 64 anni di età e sempre con 20 anni di contributi versati.

I vantaggi sulle età di uscita con la vecchiaia o le anticipate, ecco per chi si arriva a 16 mesi

Il vantaggio in termini di uscita per le lavoratrici che hanno avuto quattro più figli vale sull’età pensionabile. Infatti vige la regola di quattro mesi di sconto per ogni figlio avuto fino a massimo un anno e quattro mesi di sconto per chi ne ha avuti quattro o più.

Fino allo scorso anno e fino alla legge di Bilancio che sta per essere ultimata dal governo, lo sconto previsto era pari a massimo 12 mesi per chi aveva avuto tre o più figli. Adesso invece tutto cambia e per le lavoratrici madri lo sconto sull’età pensionabile arriva fino a 16 mesi.

Di conseguenza potranno uscire dal lavoro le lavoratrici con 62 anni e 8 mesi di età con 20 anni di contributi versati se la misura in questione è la pensione anticipata contributiva. Se invece la misura è la pensione di vecchiaia contributiva l’uscita ammessa è a 65 anni e 8 mesi.

Ecco perché sommando i 20 anni di contributi a quest’età ci saranno lavoratori che nel 2025 potranno uscire davvero con quota 82,8 oppure con quota 85,8 in base alla misura prescelta.

Occhio agli importi delle pensioni

Resta confermato inoltre che le lavoratrici che hanno avuto quattro figli devono raggiungere un importo della prestazione pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale per la pensione di anticipata contributiva.

Invece come per qualsiasi contributivo puro, per uscire con la pensione di vecchiaia è necessario raggiungere un trattamento quanto meno pari all’assegno sociale.