Se ci sono delle definizioni che sul lavoro calzano a pennello oggi queste definizioni sono precariato e discontinuità. Trovare un lavoro lungo e duraturo oggi è una cosa difficile da realizzarsi. E questo si ripercuote per forza di cose anche sulle pensioni future. Ma instabilità lavorativa e precariato sono cose con cui molti contribuenti da sempre si interfacciano. Tipico esempio può essere quello delle lavoratrici che notoriamente hanno più difficoltà degli uomini a trovare un lavoro continuo. Però ridurre solo alle donne questo genere di problematica è un errore perché come dicevamo sono tanti i contribuenti che non riescono a raggiungere il numero di contributi utile a poter andare in pensione. Oggi parliamo proprio di persone che per tutta la loro vita probabilmente si troveranno a non poter raggiungere mai un trattamento assistenziale. In pratica contribuenti che anche se sono stati riconosciuti dall’INPS quando versavano i contributi, non verranno mai riconosciuti dall’INPS come destinatari di una prestazione.
Nessuna pensione nonostante i contributi versati? Ecco tutti i perché dei penalizzati INPS
Ci sono lavoratori e lavoratrici che hanno versato contributi durante la loro breve carriera lavorativa ma che non hanno raggiunto la soglia minima utile per un trattamento pensionistico. Per esempio ci sono donne che non sono mai arrivate ai vent’anni di contributi versati utili alla pensione di vecchiaia. Ed avendo iniziato a versare contributi prima del 1996, non rientrano nemmeno in una specie di salvaguardia che il sistema contributivo offre loro concedendo una pensione anche con solo cinque anni di contributi versati una volta raggiunti 71 anni di età.
Infatti per i contributivi puri la pensione si può centrare anche con solo cinque anni di contributi versati ma raggiungendo i 71 anni di età. Chi ha iniziato invece a versare prima del 1996 non può accedere a questo genere di prestazione nemmeno a 71 anni di età.
L’INPS non rimborsa i contributi se non vengono usati
Per esempio chi ha meno di 20 anni di contributi versati, magari 17, 18 o 19 anni, anche a 71 anni di età si trova di fronte ad una contribuzione inutilizzabile. Contribuzione praticamente persa e non potrà mai più essere utilizzata. Molte lavoratrici che da giovani hanno iniziato a versare i contributi, salvo poi bloccarsi per curare figli e famiglia, adesso si trovano in questa spiacevole situazione. E se hanno un marito che ha una pensione piuttosto elevata, oppure se i loro redditi sia singoli che cumulati con il marito superano le soglie, per loro non c’è nemmeno la possibilità di sfruttare l’assegno sociale. Sono contribuenti che hanno versato soldi all’INPS ma che non riceveranno mai nulla dallo stesso istituto. L’INPS non prevede il rimborso della contribuzione versata e non utilizzata.