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Niente pensione quota 103 per queste categorie di lavoratori

I grandi esclusi della nuova quota 103 sono i lavoratori delle Forze Armate, vediamo quali dipendenti sono coinvolti.

Solo per il 2023, ed in attesa di una riforma pensioni strutturale, arriva la quota 103, una sorta di quota 41 per tutti con paletto anagrafico fissato a 62 anni. Insomma, una Quota 102 rivisitata e corretta che richiede, per l’accesso, 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi.

Una misura universale che dovrebbe permettere l’accesso a tutti i lavoratori che hanno lavorato almeno 41 anni. Ma che esclude le categorie che è più probabile che, a quell’età, quella contribuzione la possiedano.

Quota 103 in pillole

Come dicevamo per accedere servono 62 anni di età e 41 anni di contributi. Essendo una misura che nasce da una costola della quota 102 (che a sua volta nasce dalla quota 100) ne eredita tutti i vincoli. Divieto di lavorare fino a 67 anni, TFS in ritardo per i dipendenti statali, finestre di attesa di 3 o 6 mesi per dipendenti privati e pubblici.

Per chi ha maturato i requisiti di accesso prima dell’entrata in vigore della misura si applica, in ogni caso la finestra di attesa che decorre dal 1 gennaio. Di fatto chi ha già i requisiti (62 anni e 41 anni di contributi) potrà andare in pensione:

  • il 1 aprile se è dipendente privato;
  • il 1 luglio se è dipendente pubblico;
  • il 1 settembre se è dipendente del comparto scuola.

Niente pensione quota 103 per questi lavoratori

I grandi esclusi della misura rimangono gli stessi che sono stati esclusi anche da quota 100 e quota 102. I dipendenti delle Forze Armate. Che non potranno accedere a questo tipo di pensionamento.

Esclusi dal pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi, quindi gli appartenenti a:

  • Esercito Italiano;
  • Carabinieri;
  • Marina Militare;
  • Aeronautica Militare;
  • Guardia di Finanza;
  • Polizia Penitenziaria;
  • Polizia di Stato;
  • Vigili del Fuoco (solo personale operativo).