Niente rimborso 730? Hai commesso un errore oppure dipende dall’Agenzia delle Entrate o dal datore di lavoro Niente rimborso 730? Hai commesso un errore oppure dipende dall’Agenzia delle Entrate o dal datore di lavoro

Niente rimborso 730? Hai commesso un errore oppure dipende dall’Agenzia delle Entrate o dal datore di lavoro

In base alla normativa fiscale italiana l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi nasce dal fatto che ogni contribuente deve pagare le tasse sui suoi redditi. Se invece guardiamo il rovescio della medaglia, un adempimento fiscale diventa a vantaggio del contribuente che tende a presentarlo per così dire “spontaneamente” per ottenere i rimborsi fiscali. Lo fanno sempre coloro che hanno numerose spese da scaricare tra scontrini delle farmacie, visite mediche, spese sportive dei figli, spese di istruzione, mutui e spese di ristrutturazione.

A dire il vero le spese che possono dare diritto ad uno sgravio fiscale con tanto di rimborso a favore del contribuente sono davvero molteplici. Ecco spiegata l’importanza bilaterale della dichiarazione dei redditi. Da luglio a dicembre sono i mesi canonici per ricevere il rimborso fiscale.

Molto dipende dalla tipologia di modello 730 presentato e molto dipende dalla data di presentazione. Ma a volte anche chi ha fatto le cose per tempo, si trova privo di un rimborso fiscale molto atteso. E se in genere il ritardo può essere addebitabile ad operazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, in altri casi l’errore lo ha commesso il contribuente. Che rischia di rimanere senza rimborso.

Niente rimborso 730? Hai commesso un errore oppure dipende dall’Agenzia delle Entrate o dal datore di lavoro

Partiamo con il vedere perché sovente, i rimborsi fiscali spettanti ad un contribuente come emersi dall’esito della dichiarazione dei redditi, non arrivano con la busta paga di luglio o di agosto come dovrebbe essere per chi ha presentato il modello 730 già a giugno. L’Agenzia delle Entrate ha il diritto di mettere a controllo una qualsiasi dichiarazione dei redditi di un qualsiasi contribuente. In linea di massima il controllo scatta più facilmente nel momento in cui il contribuente rispetto alla dichiarazione precompilata ha apportato correttivi e modifiche che hanno inciso nettamente sull’imposta. Generando un minor credito di imposta, una maggiore imposta dovuta o viceversa.

I controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate

Praticamente in automatico in genere scattano i controlli su dichiarazioni dei redditi che hanno un saldo a credito del contribuente di oltre 4.000 euro. In questo caso il ritardo nell’erogazione dei rimborsi è addebitabile al controllo che necessita di tempo e la cui istruttoria può essere anche più lunga del previsto. Oppure può dipendere dal datore di lavoro, che non essendo capiente, può optare per il rinvio del rimborso fiscale al suo dipendente nonostante “l’ordine di liquidazione” ricevuto dall’Agenzia delle Entrate. Scegliendo a quali dipendenti erogare in base alla sua capienza fiscale. Oppure se erogare in parte posticipando ai mesi successivi il resto.

A volte dipende da ciò che ha fatto il contribuente

Quando la situazione del mancato rimborso del 730 è derivante da una delle situazioni prima descritte, è solo una questione di tempo e poi il contribuente otterrà ciò che gli spetta. Invece tutto cambia quando dietro il mancato rimborso c’è un marchiano errore del contribuente. Grave errore che si può ancora risolvere comunque.
Nel modello 730 il contribuente deve indicare il suo datore di lavoro o l’ente da cui riceve un trattamento, sia esso di pensione o non, in modo tale che i conguagli fiscali sia a debito che a credito vengano risolti in busta paga o con le erogazioni ricevute.

Sbagliare il sostituto d’imposta non è raro. C’è chi per esempio cambia lavoro dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi. Oppure c’è chi passa da un datore di lavoro all’INPS perchè passa dall’essere un lavoratore dipendente all’essere un pensionato.

Il ruolo del sostituto di imposta e perché è fondamentale per il modello 730 e i rimborsi

Il fatto che la normativa fiscale impone che il sostituto da indicare nella dichiarazione dei redditi è quello in corso di rapporto alla data della presentazione, rende molto frequenti queste situazioni. In pratica un lavoratore presenta la dichiarazione dei redditi ad un sostituto che non sarà più lo stesso nel mese canonico della liquidazione del conguaglio.

Chi sa già che cambierà lavoro o diventerà pensionato, farebbe bene a presentare la dichiarazione dei redditi senza sostituto. In questo caso, scavalcando i sostituti d’imposta, la partita del rimborso fiscale si conclude direttamente con l’Agenzia delle Entrate. Con il rimborso che arriva a dicembre dello stesso anno di dichiarazione.

Rimborsi 730 addio se non si mette a posto la questione del sostituto

Chi invece ancora oggi ha sbagliato sostituto, per ricevere il rimborso o presenta una dichiarazione integrativa (cosiddetto modello 730 integrativo di tipo 2), indicando il sostituto di imposta giusto, oppure presenta un 730 senza sostituto. Va detto infine che il datore di lavoro che è stato indicato come sostituto ma che adesso non lo è più, deve presentare dichiarazione di diniego nel momento in cui riceve l’ordine di liquidare il suo ex lavoratore dipendente. Se non lo fa resta comunque lui assoggettato ad erogare il rimborso al dipendente, a prescindere dalla mancata continuità del rapporto di lavoro.