La pensione flessibile 2024 è una possibilità che è stata introdotta dalla legge di Bilancio. Con la proroga di un altro anno della pensione a partire dai 62 anni di età, i nati nel 1961 possono sfruttare la possibilità a cui hanno dovuto rinunciare nel 2023. Ma rimettendoci sull’assegno, che è stato reso contributivo e non più misto. A meno che l’interessato oggi non faccia ciò che non ha fatto in passato, per sua colpa o disattenzione.
Niente tagli alla pensione flessibile 2024, basta fare così
Chi è nato nel 1961 ha compiuto 62 anni di età nel 2023. Avrebbe potuto prendere la pensione già nel 2023 con la quota 103. Se non ha potuto raggiungere l’obiettivo, magari per carenza dei contributi (servivano 41 anni di contributi), potrà farlo adesso nel 2024. Ma oggi le regole sono cambiate, ed anche se la possibilità di pensionamento esiste ancora, il calcolo della pensione lo penalizza. Perché oggi la quota 103 è diventata contributiva. Fino all’anno scorso chi usciva con la quota 103 godeva del calcolo retributivo per i periodi di contribuzione versati al 31 dicembre 1995, e retributivo per i periodi di contribuzione versati successivamente a quella data. Anzi, per chi al 31 dicembre 1995 aveva già almeno 18 anni di contributi, la pensione era calcolata con il contributivo fino al 31 dicembre 2011. Un vantaggio netto per una pensione ben maggiore (si parla di oltre il 30% in più) rispetto a quella che potranno prendere quanti escono con la nuova quota 103.
Con il riscatto i vantaggi possono essere notevoli
Ma se dietro questo rischio ci fosse una dimenticanza da parte del lavoratore nato nel 1961? Chi ha compiuto la giusta età nel 2023, per evitare il taglio della pensione dovuto al ricalcolo contributivo deve necessariamente aver completato anche nel 2023 i 41 anni di contributi. E si può fare passando al riscatto di alcuni periodi. Per esempio il servizio militare è un periodo che può valere 12 o 18 mesi (a seconda del periodo di leva trascorso) di contributi figurativi. Chi non ha riscattato il periodo e lo fa oggi, può completare i 41 anni non più nel 2024, ma nel 2023. Riuscendo così a centrare la pensione con quota 103 con le regole valide nel 2023. Comprese le regole di calcolo, come detto, più vantaggiose. Ma questo può valere con tutti gli altri periodi riscattabili.