Telefonare all’Agenzia delle Entrate, oppure produrre un quesito. Sono atti comuni ad ogni contribuente, che sia un professionista piuttosto che un cittadino normale. Lo stesso che si fa con l’INPS, con l’INAIL e con altri enti pubblici mentre bisogna produrre una domanda, pagare le tasse o presentare istanze. Il rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione da sempre ha il filo diretto. Mentre da un lato si punta sulla semplificazione, cioè a facilitare questo rapporto come dimostrano lo SPID, la CIE e tutte le credenziali di accesso ai servizi digitali delle PA, sa un altro lato le cose rischiano di peggiorare. Come si legge sul Messaggero infatti, pare che adesso per l’Agenzia delle Entrate, la richiesta di informazioni potrebbe diventare a pagamento. Lo prevede la riforma del Fisco, o almeno, la bozza della riforma.
Novità Agenzia delle Entrate, il contribuente pagherà le informazioni se le chiede
Informazioni a pagamento per l’Agenzia delle Entrate quindi. Una novità contenuta in una ipotesi di riforma del Fisco, come va considerata la bozza prima citata. E gli importi da versare saranno commisurati in base alla tipologia di quesito e al tipo di contribuente che chiede. Una novità che sta facendo discutere. Si tratta di una postilla della bozza della riforma passata quasi sotto traccia. Ma a sollevare quello che potrebbe presto divenire un polverone è l’Associazione nazionale forense. Pare infatti che all’articolo 4 della riforma ci sia questa novità.
Risposte dal Fisco solo pagando?
Limitare il carico di lavoro che al Fisco arriva con i cosiddetti interpelli e rendere la risposta successiva al pagamento di un corrispettivo. Questo pare sia alla base della novità. Sul Messaggero sono riportate le dichiarazioni di Giampaolo Di Marco, Segretario dell’associazione. “Non si può fare cassa su uno strumento che è indispensabile ogni giorno a migliaia di cittadini e professionisti.”, questo lo sfogo di Di Marco. E dal momento che ormai sembra imminente il via alla riforma fiscale con il testo che finirà in settimana in Consiglio dei Ministri, l’attenzione da parte delle associazioni è massimale.