Da poco è stata confermata la riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Parliamo della quater riaperta per i decaduti che presenteranno adesso nuova domanda. Nel frattempo si continua a parlare già della rottamazione quinquies. La Lega di Salvini da tempo infatti ha proposto una nuova rottamazione delle cartelle. E sarebbe la quinta rottamazione delle cartelle perché la prima è stata introdotta dal governo Renzi molti anni fa e poi ce ne sono state altre 3. Ma se si continua a proporre provvedimenti di questo genere e di strumenti di questo tipo, è lecito pensare ad un fatto abbastanza ovvio. Evidentemente si tratta di provvedimenti che non hanno raggiunto gli obiettivi sperati. Ed è proprio alla luce delle problematiche delle rottamazioni delle cartelle che dagli apparati parlamentari esce fuori una novità. C’è chi infatti propone al posto delle rottamazione delle cartelle un autentico condono tombale. E sarebbe tutta un’altra storia.
Novità condono cartelle esattoriali, e la rottamazione non serve più
La rottamazione delle cartelle è un provvedimento di sanatoria. Nel senso che permette a dei contribuenti che hanno a che fare con le cartelle esattoriali di pagare meno di quando dovrebbero e di pagare a rate. Ma sono provvedimenti che prevedono, come evidenza vuole, un pagamento da parte dei contribuenti anche se inferiore a quello originale. Il condono invece opera in maniera del tutto diversa. Condono significa che le cartelle verrebbero cancellate dal carico del contribuente senza che il contribuente sia costretto a pagare alcunché. Ma perché si parla di nuovo condono? Come dicevamo il problema nasce dal fatto che evidentemente le rottamazioni non funzionano come dovrebbero. Ma soprattutto dal fatto che il magazzino insoluti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è sempre enorme numericamente. Personale impegnato, notifiche e predisposizione degli atti sono per i concessionari della riscossione un costo. E se molte delle cartelle che l’Agenzia delle Entrate Riscossione deve incassare, sono difficilmente o praticamente impossibili da incassare, ecco che è un costo inutile da sostenere. E nasce la considerazione che forse un vero condono sarebbe la soluzione migliore.
Ecco perché il condono serve più che una rottamazione delle cartelle esattoriali
Dalle audizioni parlamentari da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, da parte dell’Agenzia delle Entrate e da parte del Dipartimento delle Finanze sono emersi dati e numeri che fanno comprendere in che situazione è messa la riscossione.
Agenzia delle Entrate Riscossione ha 173 milioni di cartelle da gestire e provare ad incassare. Cartelle che riguardano 21,8 milioni di contribuenti. E in totale ci sono 1.272 miliardi di euro di potenziali incassi.
Potenziali perché come dimostrano i 4 precedenti provvedimenti di rottamazione, solo 34 miliardi sono stati incassati sui 170 miliardi che invece sono l’importo complessivo delle cartelle rottamate dai contribuenti.
I numeri dimostrano come non sempre gli obiettivi prefissati vengono raggiunti
Il 53% degli aderenti alla prima rottamazione è decaduto. Per la seconda rottamazione la percentuale di decaduti è salita al 68%. Per la terza rottamazione i decaduti sono stati il 70% e per la quarta, ancora in corso, sono già il 49% quelli che hanno saltato una rata finendo esclusi dal provvedimento.
Oggi di quei 1.272 miliardi di cartelle che il concessionario gestisce, solo 100 miliardi sono incassabili. Gli altri sono ardui, difficili o impossibili da incassare. Pare infatti che 500 miliardi almeno sono di cartelle che hanno una bassa possibilità di incasso.
E sono anche cartelle che hanno importi bassi a tal punto che costa più tentare l’incasso anche se difficile, che il risultato che si otterrebbe incassando davvero. E allora ecco che pensare ad un condono, che cancella le cartelle in maniera automatica e d’ufficio appare una soluzione migliore della rottamazione.