nuova rottamazione cartelle 2025 nuova rottamazione cartelle 2025

Nuova rottamazione cartelle 2025, tutto in 10 rate

Nuova rottamazione delle cartelle 2025, ecco cosa si prepara per i contribuenti dopo la scadenza del 30 aprile

In attesa che si arrivi alla fumata bianca per la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, ecco che si parte con una nuova rottamazione cartelle 2025 con scadenza il 30 aprile.

Si tratta della possibilità di riaprire alla sanatoria per chi precedentemente era stato escluso per sopraggiunta decadenza. La nuova rottamazione delle cartelle 2025 quindi non è altro che il ripescaggio di cui abbiamo già parlato in passato, per i decaduti. Ma ci sono delle evidenti questioni da approfondire su questa nuova opportunità data ai contribuenti.

Nuova rottamazione cartelle 2025, tutto in 10 rate

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione c’è il “presenta online la domanda di riammissione alla Rottamazione-quater entro il 30 aprile 2025”. Un annuncio ufficiale che la dice lunga sulla possibilità data ai contribuenti decaduti dalla vecchia sanatoria, di ritornare a poter sfruttare i suoi vantaggi. Come tutti sanno, la rottamazione quater aveva un vincolo specifico. Alla prima rata non pagata in tempo utile (5 giorni lavorativi di tolleranza per ogni scadenza), la decadenza dalla rottamazione era automatica.

Adesso, sempre come si legge sul sito dell’ADER, per essere riammessi alla definizione agevolata è necessario presentare una domanda di riammissione, e si fa tutto sul sito del concessionario entro il 30 aprile 2025. Deve essere l’interessato a scegliere come pagare, se i soluzione unica entro 31 luglio 2025, oppure fino a dieci rate consecutive, di pari importo, a partire sempre dal 31 luglio 2025 e poi con le stesse scadenze delle altre rate della rottamazione in futuro.

Cioè con rate da novembre 2025 a novembre 2027. Infatti chi ha saltato le rate ed è decaduto, adesso deve provvedere a spalmare nelle rate restanti tutti gli arretrati.

Troppo alte le nuove rate, ecco perché

Il pagamento delle somme saltate in precedenza prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2% annuo. La domanda di riammissione può essere fatta in area riservata con SPID, CIE o CNS o in aria pubblica. Il problema che rischia di rendere la nuova riapertura inutile ai più perché rischiano di decadere subito dopo è solo uno.

L’ammontare dell’esborso. Prendiamo ad esempio un contribuente che aveva 25.000 euro di cartelle in rottamazione. Le prime due rate del 2023, ad ottobre e novembre erano pari a 2.500 euro cadauna. Troppo per tanti contribuenti.

A tal punto che ci sono molti caduti della prima ora, cioè che non hanno pagato nemmeno una rata. Chi doveva pagare 2.500 euro per la prima rata e 2.500 per la seconda, ormai è in ritardo anche delle 4 rate del 2024 da 1.250 euro l’una. E pure della rata di febbraio 2025 sempre da 1.250 euro. Significa che ha accumulato già 11.250 euro di arretrati.

Che poi è la somma da versare per la riammissione. In unica soluzione entro il 31 luglio 2025, o con 10 rate, la prima in scadenza sempre il 31 luglio. Significa che insieme alle rate normali, da luglio 2025 a novembre 2027, sempre da 1.250 euro l’una, si dovranno versare anche le rate del ripescaggio da 1.125 euro a cui aggiungere il 2% di interesse. E le 10 rate future, dopo aver saldato quella ordinaria di maggio 2025 da 1.250 euro, diventeranno superiori a 2.375 euro.