La legge di Bilancio è appena stata approvata alla Camera. Per il via libera definitivo mancano due passaggi. Uno è per il 27 dicembre al Senato della Repubblica. Un passaggio istituzionale obbligatorio, ma che potremmo considerare poco più di una formalità.
Infatti da Montecitorio il testo esce bloccato, cioè non ci sono possibilità di correttivi e di nuovi emendamenti. Quindi in Senato non accadrà che l’inevitabile, cioè l’ok alla legge di Bilancio. Infine dopo l’ok di Palazzo Madama, via alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
E la manovra finanziaria può dirsi completata in tutto e per tutto. In vigore dal primo gennaio successivo. Eppure a dire la verità qualcosa resta in sospeso. Perché c’erano dei provvedimenti che erano stati proposti, discussi e a volte anche duramente criticati che la maggioranza voleva inserire nella manovra ma non ha potuto. Rimandando il tutto a dei provvedimenti a sé stanti nel 2025. Decreti ad hoc che potrebbero nascere a prescindere dal nulla di fatto della legge di Bilancio.
Nuova rottamazione cartelle esattoriali nel 2025, ecco da quando e come
La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali sarebbe la quinta. In effetti sono giò 4 le rottamazioni delle cartelle esattoriali nate negli anni e che molti contribuenti hanno usato e continuano a farlo. Perché per esempio la rottamazione quater delle cartelle esattoriali è nata nel 2023 ma dopo la sesta rata di dicembre, nel 2025 proseguirà il piano di dilazione dei contribuenti aderenti. E sarà così fino al 2027.
Eppure si parla di nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali. Che la Lega aveva proposto di inserire nella legge di Bilancio o nel decreto Fiscale collegato alla manovra. Una proposta che non ha trovato applicazione nei provvedimenti che come detto ormai sono definitivi. E allora ecco che sempre la Lega ha promesso di riprovarci con una proposta di legge ad hoc.
La rottamazione quinquies, a che punto siamo?
In questo modo si cerca di raggiungere l’obiettivo di mettere in atto l’ennesima sanatoria, l’ennesima rottamazione delle cartelle. E c’è già il piano. Con la nuova rottamazione di matrice leghista, le domande scadranno entro il 30 aprile, con la prima rata del nuovo piano di dilazione che scadrebbe a luglio.
E sarebbero 120 rate mensili senza anticipo, non come per la rottamazione quater quando le rate furono massimo 18 trimestrali, con le prime due maxi perché coprivano il 20% del debito totale. Oltretutto, con la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali dentro tutti i debiti che un contribuente ha maturato se affidati all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2023.
C’è anche il taglio del’IRPEF al ceto medio che è rimasto appeso
Ma la nuova rottamazione delle cartelle non è la sola iniziativa che potrebbe vedere i natali con un decreto legge a parte dopo essere stata in procinto di entrare nella manovra. Ci sarebbe per esempio il nuovo taglio Irpef al ceto medio.
Le tre aliquote IRPEF che sempre questo governo ha deciso di introdurre nel 2024 sono state confermate dalla manovra. Il primo scaglione con aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro. Il 35% di aliquota per il secondo scaglione, sulla parte di redditi sopra 28.000 euro e fino a 50.000 euro. Ed infine, il 43% per la parte di reddito ancora superiore.
Cosa potrebbe cambiare sulle aliquote IRPEF nel 2025?
L’idea è quella di tagliare l’aliquota del secondo scaglione, portandola dal 35% al 33% sulla parte di reddito che va da 28.000 a 60.000 euro. Con un guadagno che a conti fatti secondo le stime potrebbe arrivare a 1.440 euro per alcuni contribuenti come minore imposta da versare.
L’idea che doveva sfruttare i risultati del concordato preventivo biennale che invece ha deluso come incasso per l’erario, è stata accantonata nella legge di Bilancio. Ma come detto è un progetto che insieme alla nuova rottamazione delle cartelle il governo non ha del tutto cestinato, pronto com’è a riparlarne nel 2025.