Si parte con la nuova sanatoria, o quanto meno ormai tutto è chiaro circa il suo funzionamento. Sarà necessario presentare domanda per le cartelle esattoriali da rottamare oltre a quelle cancellate automaticamente se sotto i 1.000 euro fino al 2015. Una domanda che dovrà essere presentata sul sito di Agenzia delle Entrate Riscossione entro il 3o aprile 2022. Oltre alla cancellazione d’ufficio infatti anche la rottamazione dei debiti dal 2000 al 2022 (precisamente giugno 2022).
La domanda di definizione agevolata
Tutto sarà come i precedenti provvedimenti di rottamazione delle cartelle. Infatti il contribuente interessato potrà scegliere di fare la pace con Agenzia delle Entrate Riscossione su tutti i debiti che ha fino al mese di giugno 2022. Ad esclusione di IVA, aiuti di Stato da restituire e sanzioni post sentenze penali o della Corte dei Conti, tutto entrerà nella sanatoria. Il contribuente presentando domanda on line sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione dovrà scegliere se pagare in unica soluzione o in massimo 18 rate. La scadenza del pagamento in unica soluzione così come quello della prima rata del piano sarà entro il 31 luglio 2023. La seconda rata del piano di dilazione dovrà essere pagata entro novembre 2023. Le prime due rate del piano dovranno essere di importo pari al 10% ciascuna dell’intero ammontare del debito scontato di sanzioni e interessi.
Le rate delle cartelle scontate dalla rottamazione
Le altre rate saranno da versare entro il 28 febbraio, il 30 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre. di ciascun anno. Chi decide di sfruttare, a richiesta (può scegliere anche meno rate), il periodo massimo rateizzabile e cioè 18 rate, pagherà ad ogni scadenza la restante parte del debito in rate di pari importo. Alla prima rata non saldata entro la scadenza, o entro i 5 giorni successivi che sono quelli di tolleranza, decade dall’agevolazione. Il pagamento può essere fatto (sempre a scelta del contribuente), direttamente con addebito in conto e domiciliazione bancaria, se nell’istanza inserisce l’Iban del conto corrente. In alternativa si possono utilizzare i moduli di pagamento prestampati dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. E si può pagare in banca, alle poste o direttamente alle sedi territoriali del concessionario alla riscossione.