Serve una nuova sanatoria per le cartelle esattoriali, è necessaria, ma quando arriva? Nell’ultimo decennio molti italiani hanno accumulato debiti con il Fisco che, anche a causa delle crisi economica e lavorativa, non riescono a saldare.
Con il passare degli anni i debiti lievitano a causa di maggiorazioni e interessi che si sommano all’importo iniziale e pagare un debito diventa sempre più difficile. Per questo motivo le quattro rottamazioni delle cartelle varate negli ultimi anni hanno riscosso molto interesse. Che poi chi ha aderito non sia riuscito lo stesso a pagare è un altro discorso.
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Nuova sanatoria delle cartelle in arrivo?
Era stata annunciata durante l’estate una nuova rottamazione, ma il tutto si è risolto con un nulla di fatto e quello che è arrivato è solo la proroga della quinta rata della rottamazione quater.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non sembra molto propenso a varare una nuova rottamazione, ma sembra essere necessario farlo. Il solo allungamento delle rateizzazioni ordinarie, infatti, anche se aiuta non risolverà il problema di fondo. E lo stesso dicasi del discarico automatico delle cartelle che si applica solo ai debiti che non possono più essere riscossi.
Dalla rottamazione quater il Governo aspettava un gettito di 300 milioni di euro, un’aspettativa molto più alta delle reali entrate (circa 200 milioni). E proprio per questo motivo, per fare cassa in fretta, si potrebbe varare un’altra sanatoria per permettere di avere il gettito mancante. Sembra un’ipotesi plausibile, ma se non si vuole che la prossima rottamazione faccia la fine di quelle precedenti bisogna prevedere regole diverse.
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Le nuove regole indispensabili
Moltissimi di coloro che hanno aderito a giugno 2023 alla rottamazione quater, sono decaduti prima della scadenza della quinta rata. Da considerare, poi, che ci sono state ben due proroghe che hanno permesso ai decaduti di rientrare nei piani di rateizzazione (un a dicembre 2023, a ridosso della scadenza della seconda rate, e una a marzo, a ridosso della scadenza della terza).
Questo vorrà pur dire qualcosa. Gli italiani le buone intenzioni ce le hanno messe, hanno aderito alla rottamazione per saldare il proprio debito e hanno provato a pagare qualche rata. Molti non ci sono riusciti e questo deve essere motivo di riflessione.
La rottamazione, con le sue rate trimestrali, prevede importi troppo alti da versare a ogni scadenza (e chi non riesce ad accantonare mese dopo mese, arriva al momento del pagamento senza i soldi necessari per effettuarlo).
Un piano di rateizzazione di 5 anni (18 rate) non permette, poi, di spalmare il debito in modo che possa essere realmente saldato (a meno che non abbia un importo davvero irrisorio). Meglio sarebbe, invece, prevedere un piano di rateizzazione decennale con cadenza delle rate mensili, in modo che il singolo versamento possa essere di importo relativamente basso per permettere a tutti, o quasi, di portare fino in fondo l’impegno preso con il Fisco per il pagamento.