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Pacchetto pensioni manovra, cambia tutto? No, c’è il rischio di un’amara sorpresa

Nella legge di bilancio ci sarà il pacchetto pensione, ma non c’è da aspettarci nulla di buono.

La Legge di Bilancio è sempre più vicina e come ogni anno conterrà quello che ormai è chiamato il pacchetto pensioni. Si tratta di una sorta di mini riforma di fine anno che solitamente contiene le misure flessibili sperimentali previste per l’anno successivo e che prendono il posto di quelle previste l’anno precedente, in scadenza.

Un anno dopo l’altro, però, le misure si stanno facendo sempre più restrittive con paletti che limitano sempre di più l’accesso ai lavoratori e con penalizzazioni sempre più aspre che scoraggiano dall’utilizzare le misure.

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Pacchetto pensioni

L’intento del governo è quello di trattenere i lavoratori in servizio più a lungo possibile per fronteggiare il calo della popolazione attiva e per far fronte alle nascite che diminuiscono sempre di più. Per i dipendenti del settore privato saranno previsti incentivi (sullo stipendio come prevede il bonus Maroni?) per non lasciare il lavoro mentre per i dipendenti pubblici si parla di sopprimere il collocamento a riposo obbligatorio.

A fianco agli incentivi per restare al lavoro, però devono essere i disincentivi ad andare in pensione. Ed ecco, quindi, che si profila all’orizzonte la flessibilità in uscita con:

  • quota 103 con penalizzazioni;
  • opzione donna con penalizzazioni ed età maggiorata;
  • Ape sociale con età maggiorata (ma questa resta senza penalizzazioni, probabilmente perchè serve per le categorie da tutelare).

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La pensione anticipata modificata

Il problema più grand è che si sta parlando di mettere mano alla Legge Fornero per cambiare i requisiti di accesso alla pensione e le ipotesi fino a ora avenzate sono tutt’altro che rosee.

Da una parte aumentare le finestra di uscita della pensione anticipata da 3 a 7 mesi (in questo modo sarebbero necessari 43 anni e 5 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donna, a meno che non abbiano voglia di restare senza stipendio e senza pensione per 7 mesi).

Dall’altra si parla di aumentare i contributi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia dagli attuali 20 anni a 25 anni, senza pensare che questa decisione potrebbe esodare migliaia di lavoratori che, in prossimità dei 67 anni hanno solo 20 anni di contributi.