Negli ultimi anni non sono state le novità sui limiti all’utilizzo del contante. Spesso accompagnate da forti polemiche, le novità sui limiti di utilizzo del contante, variabili da un anno all’altro, possono creare confusione nei contribuenti. E allora ecco che è necessario capire quali sono le regole attualmente in vigore. Cioè quelle attive nell’anno 2025 appena entrato. Fin dove si può usare il denaro in contanti? Quando è obbligatorio pagare usando strumenti tracciabili? I prelievi hanno dei limiti?
Pagamenti contante e pagamenti tracciabili, limiti e novità 2025
Oltre che difficilmente comprensibili le regole sull’uso del contante hanno spiazzato molti contribuenti causando loro non poche difficoltà di comprensione e di uso di queste regole.
Adesso però la Legge di Bilancio non introduce novità particolari. Tutto ricordano i tempi in cui l’uso del contante venne ridotto a 2.000 euro e poi a 1.000 euro. Adesso la doglia resta a 5.000 euro. Ma perché limitare il contante? I motivi sono sempre i soliti. Parliamo di riciclaggio, evasione e tutte le altre piaghe da contrastare e che limitando il contante i governi pensano di tamponare.
Le decisioni dell’Italia, come Paese della Comunità Europea non possono non seguire le regole comunitarie. E questo vale sui limiti all’uso del contante, sui prelievi di contante, sui bonifici e così via dicendo. Ma quali sono queste regole?
I limiti europei e come funzionano le attuali regole
Un contribuente se deve effettuare un pagamento di 5.000 euro o superiore deve farlo con pagamenti tracciabili. Perché il limite consente di usare il contante solo per pagamenti da 4.999 euro. Parliamo di pagamenti giornalieri.
A partire da 5.000 euro ecco che bisogna usare assegni (ma solo con clausola non trasferibile), vaglia, carte di credito, debito e bonifico. Ma attenti anche alle regole sui bonifici.
La UE ha imposto un limite di utilizzo del contante a 10.000 euro. E gli Stati Membri devono adeguarsi entro il 2027. Evidentemente in Italia siamo già a posto visto che siamo a 5.000 euro di limite. Il limite imposto dalla UE infatti può essere ridotto, come evidentemente ha fatto l’Italia ma non può essere modificato in salita.
La segnalazione alle autorità fiscali sono il rischio maggiore
I 10.000 euro sono pure la soglia a partire dalla quale i movimenti sul conto corrente possono finire con il portare a carico del contribuente una segnalazione fiscale. La segnalazione alle autorità è l’unico rischio che si corre quindi quando si superano le soglie. Parlare di rischio però non è del tutto giusto. Perché se il contribuente che ha effettuato operazioni oltre le soglie e quindi considerate sospette, se le può giustificare in maniera lecita non rischia nulla. Potremmo definire solo un fastidio la segnalazione e l’eventuale controllo a seguito della stessa segnalazione.
Ricapitolando, alla luce delle regole UE e Italiane, pochi vincoli su prelievi e versamenti visto che sono ammissibili entro le possibilità che il contribuente ha sui conti corrente. Certo, prelievi e versamenti liberi da vincoli imposti dai governi, ma non da quelli imposti da ogni singola banca o dal contratto di conto corrente che il correntista ha sottoscritto con un determinato Istituto.