La lotta al contante, i pagamenti digitali e la moneta elettronica sono termini di dominio comune ormai da anni. Le autorità da tempo stanno imponendo l’uso della moneta elettronica al posto di quella digitale. Anche l’Italia si adegua ai dati europei che come si legge sul sito di Skytg24 sono in crescita per quanto riguarda l’uso dei pagamenti digitali. Ma oggi analizziamo il dato che segna una crescita dei canoni per le carte di credito, per le carte di debito e per tutte le carte prepagate. Cosa significa? Che usare questi metodi di pagamento costa. E rispetto al 2023 come anno di riferimento, il costo dei canoni per queste carte è salito di parecchio. Addirittura oltre il 58% è questa crescita.
Aumenta il costo di carte di credito, prepagate e di debito
Nell’Eurozona, come riporta il già citato sito, il 48% del totale dei pagamenti ormai viene effettuato con moneta elettronica. E le carte di credito, i bancomat, le carte prepagate e di debito la fanno da padrone. Solo che il costo dei canoni di questi strumenti se rapportati al 2023 sono in aumento di un buono 58%, anche se questo riguarda solo le carte abbinate ad un conto corrente.
Il contante, così contestato e oggetto di una campagna di superamento come utilizzo per i pagamenti, continua ad essere il veicolo utilizzato per la maggiore. Ma la crescita dell’uso di strumenti elettronici è sempre più elevato.
Può piacere o no ma ormai la strada è tracciata e l’uso degli strumenti di pagamento elettronico diventerà sempre più imponente. Ma a quale costo?
Pagamenti con carta, perché?
Nato per contrastare fenomeni come il riciclaggio, l’evasione e così via dicendo, il pagamento elettronico diventa importante anche per una questione di sicurezza. Portando sempre meno contanti in giro e tenendo sempre meno contanti in casa, la sicurezza è maggiormente garantita. A tal punto che in Europa quasi la metà dei pagamenti avviene con carte, bonifici e simili. In netta salita se pensiamo che i pagamenti elettronici nel 2016 rappresentavano poco più del 20% del totale e che solo nel 2022 erano al 41%. A dire il vero in Italia la percentuale di pagamenti elettronici rispetto al totale è più bassa della media europea stabilizzandosi al 38%. Ma anche da noi il trend è in crescita. Ormai molti usano le carte per i loro pagamenti anche minimi. Però è inevitabile che bisogna sostenere un costo. Perché nulla è gratis.
Pagare con la carta nel 2025 è un salasso, aumentano i canoni di carte di credito e debito
Le polemiche riguardo ai costi dei pagamenti elettronici sono state sempre elevate. Il POS, oppure interventi che hanno mitigato il costo delle singole operazioni con questi strumenti, hanno solo sedato di poco le critiche della associazioni dei consumatori e degli esercenti.
Perché i primi sostenevano che l’aumento del costo di beni e servizi cresce anche perché la moneta elettronica ha un costo. Ed i secondi sostengono che non potevano aumentare i prezzi e che il loro utile sui prodotti e servizi venduti diminuiva per via delle commissioni sui pagamenti. Commissioni che effettivamente sono state contenute da politiche e provvedimenti che soprattutto per cifre irrisorie hanno stabilito una commissione zero o minima. Ma una carta di credito, di debito o simile, ha dei costi anche se non viene usata. In pratica non costa solo la commissione sull’operazione ma costa anche avere una carta. In questo caso parliamo di canone.
I dati non mentono, sale la spesa per le carte di pagamento
In base ai dati di un noto sito, cioè SOStariffe.it, di cui ha trattato il Sole24Ore in esclusiva, i canini di tutte le carte dei maggiori istituti italiani sono saliti nettamente. Emissione e canone per una carta di credito classica costa 35 euro. Le ricaricabili costano 20 euro, mentre in media si spendono 36,11 euro per le carte di credito senza conto abbinato e 40,89 euro per le carte a conto abbinato.