Passare da 500 euro di pensione a 750 euro al mese, ecco cosa fare subito Passare da 500 euro di pensione a 750 euro al mese, ecco cosa fare subito

Passare da 500 euro di pensione a 750 euro al mese, ecco cosa fare subito

Prendere una pensione più alta è ciò che i titolari di trattamenti minimi o bassi vorrebbero poter fare. Le regole da sfruttare nel sistema ci sono e sono tante e permettono di aumentare i trattamenti in maniera anche considerevole.

Ci sono le integrazioni, le maggiorazioni, le pensioni supplementari e così via dicendo. Ma oggi il nostro focus guarda alle pensioni sociali, che sono vicine alle 500 euro. Una cifra ritenuta da tutti, evidentemente ed oggettivamente, piuttosto bassa. Eppure quello che oggi si chiama assegno sociale negli ultimi anni è abbastanza cresciuto. Ma non certo da arrivare a rendere la vita dignitosa di chi lo prende.

Passare da 500 euro di pensione a 750 euro al mese, ecco come fare subito

L’assegno sociale è quella prestazione a cui hanno diritto i contribuenti che arrivati a 67 anni di età si trovano privi del diritto ad una vera pensione. Perché non hanno mai versato contributi. Oppure perché ne hanno versati pochi rispetto alle soglie che per esempio fissano a 20 anni il minimo contributivo da centrare per arrivare alla pensione di vecchiaia.

Per avere l’assegno sociale bisogna rispettare determinate condizioni reddituali. Per il 2023 l’assegno sociale era pari a 503,27 euro al mese. Nel 2024 invece la prestazione è salita a 534,41 euro al mese. Non tutti i titolari di assegno sociale prendono queste cifre. Perché quelle prima citate, sono le cifre del trattamento pieno.

Ovvero quello che spetta a chi ha redditi zero. La misura infatti integra il reddito del titolare fino a 534,41 euro al mese per il single, o al doppio per i coniugati (1.068,82 euro al mese). Quindi ogni euro di reddito che ha un titolare di assegno sociale, riduce lo stesso assegno sociale. Fino a non essere fruibile se il proprio reddito supera l’importo dell’assegno sociale o il suo doppio.

A 71 anni o prima, addio assegno sociale e via libera alla pensione di vecchiaia contributiva


Una soluzione atta a superare le rigide soglie previste dall’assegno sociale, che come detto, a volte, anche se consentono di percepire la prestazione, la riducono nettamente di importo, riguarda i nuovi iscritti. Ci sono titolari di assegno sociale che hanno dei contributi versati ma insufficienti per garantirsi una pensione.

Chi è privo di contributi versati al 31 dicembre 1995, cioè i nuovi iscritti (contributivi puri), può prendere la pensione di vecchiaia a 71 anni di età se non è riuscito a farlo a 67 anni. Infatti a 67 anni la pensione di vecchiaia per i nuovi iscritti si centra solo alle seguenti condizioni:

  • almeno 20 anni di contributi versati;
  • almeno 67 anni di età;
  • una pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale fino al 2023;
  • una pensione non inferiore all’importo dell’assegno sociale dal primo gennaio 2024.

Evidente che ci sono soggetti che hanno 20 anni di contributi ma non hanno superato le soglie minime di pensione. Come è altrettanto evidente che ci siano soggetti che a 67 anni non sono arrivati ai 20 anni di contributi. Questi soggetti possono andare in pensione a 71 anni. Anche se sono già titolari di assegno sociale.

Subito la pensione di vecchiaia, ecco come fare per gli esclusi

Ma anche chi fino al 2023 è stato escluso dalla pensione di vecchiaia perché aveva maturato un trattamento di 750 euro al mese e quindi inferiore a 754,49 euro (1,5 volte l’assegno sociale che nel 2023 era pari a 503,27 euro), adesso nel 2024 può riuscire ad ottenere ciò che gli spetta.

Un contribuente con versamenti esclusivamente successivi al 31 dicembre 1995, che a 67 anni aveva raggiunto il diritto ad una pensione di 750 euro al mese e quindi era escluso dalla pensione di vecchiaia, adesso può dire addio al suo assegno sociale. Svincolandosi dai limiti di reddito e facendo valutare ai fini pensionistici i contributi versati.