La proposta di una patrimoniale sui redditi più alti sta facendo discutere in questi giorni, soprattutto da quando l’ipotesi è diventata di estenderla a livello europeo. A dettare il passo, in questo senso, è la decisione presa dal presidente del Brasile Lula a fine luglio, che nella dichiarazione del G20 a Rio de Janeiro ha ottenuto che fosse inserito un passaggio riferito alla tassazione effettiva degli individui con un patrimonio netto molto elevato.
Anche in Francia il presidente Michel Barnier ha annunciato, lo scorso 1° ottobre, la necessità di aumentare le tasse per ripianare il debito enorme che la Francia ha chiedendo un contributo eccezionale ai connazionali più ricchi e alle aziende con profitti importanti.
In Italia la proposta della patrimoniale per chi ha redditi più elevati si scontra, però con il muro di gomma della maggioranza che si oppone alla “tassazione o sui risparmi che gli italiani hanno sul conto corrente, e sono già stati tassati, o sulle case degli italiani che sono tra le più tassate in Europa”.
In Italia serve una patrimoniale?
Appurato che in Italia sono già molteplici le tasse patrimoniali che paghiamo (Imu, bollo auto, canone Rai, imposta di bollo sui conti e depositi…), ne servirebbe davvero un’altra che andasse a colpire i redditi più alti?
In base a quello che hanno esposto alcuni economisti non solo servirebbe, ma potrebbe pure risolvere in parte la situazione del debito pubblico.
Quello che emerge dai dati disponibili è che in Italia il sistema fiscale non è progressivo, ma regressivo con i redditi più alti e ci troviamo di fronte al paradosso che redditi di oltre 15 milioni di euro pagano un’aliquota più bassa di chi guadagna dai 28.000 ai 50.000 euro.
Proprio da questa scoperta parte lo studio degli economisti Matteo Dalle Luche, Demetrio Guzzardi, Elisa Palagi, Andrea Roventini e Alessandro Santoro: del vantaggio fiscale gode il 7% più ricco della popolazione italiana perché i redditi da capitale sono tassati meno rispetto a quelli da lavoro. Chi è già ricco, quindi, diventa ancora più ricco più velocemente rispetto agli altri perché paga meno imposte.
Partendo da questo assunto e sul fatto che l’aliquota applicata è notevolmente inferiore a quello che ci si dovrebbe aspettare da una tassazione progressiva, i risultati dello studio rivelano una disparità che dovrebbe far indignare.
Chi si trova nella condizione di avere patrimonio al di sopra di 15 milioni di euro paga un’aliquota effettiva del 32% (chi ha redditi tra 28.000 e 50.000 euro paga il 35%). Perché l’aliquota Irpef massima applicata è del 43% mentre la tassazione sui redditi da capitale è del 26%. Non sarebbe, quindi, giusto applicare una patrimoniale ai fortunati super ricchi che pagano anche meno tasse rispetto a operai e impiegati?
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L’idea degli economisti
L’idea avanzata è quella di introdurre un’imposta progressiva sui patrimoni di quel famoso 7% invece che, come ha prospettato il ministro Giorgetti sacrifici per tutti per sostenere la manovra di fine anno?
Va ricordato a questo proposito l’articolo 53 della Costituzione che recita “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.
In questo momento, proprio per quello che abbiamo scritto in premessa, si sta parlando molto di una patrimoniale da applicare sulla ricchezza estrema per ridistribuirla, in parte, a finanziamento dello stato sociale. Sostenere una tassazione più equa e giusta anche per i redditi elevatissimi equivale a portare avanti una politica di tassazione efficace, progressiva ed equa.
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