La pensione di vecchiaia anche nel 2021 si centra con gli stessi requisiti del 2020. Infatti sono necessari i soliti 67 anni di età compiuti e i 20 anni di contributi previdenziali maturati. I due requisiti vanno completati entrambi, perché se non sono entrambi rispettati, la pensione di vecchiaia non può essere richiesta.
In assenza dei 20 anni di contributi necessari la pensione di vecchiaia come misura si sposta a 71 anni. Una enormità questa differenza, che può togliere il sonno a qualcuno. Ma ci sono soluzioni alternative ancora vigenti che possono risolvere quello che per molti appare una montagna da scalare, soprattutto per chi non ha più un lavoro e ad una certa età (parliamo di 67enni) è difficile trovarne uno.
Ci sono misure che possono dare diritto alla pensione di vecchiaia anche senza rispettare necessariamente i 20 anni di contribuzione.
La pensione con 15 anni di contributi
Si può vedere di richiedere all’Inps la prosecuzione volontaria, oppure raschiare il fondo del barile verificando se esistono periodi di studio riscattabili o altri versamenti in altri Fondi che dietro pagamento di un riscatto, possono tornare utili per completare i 20 anni necessari.
Ma ci sono anche misure che permettono di accedere alla pensione senza dover per forza di cose avere i due decenni di contribuzione effettivamente versata.
Si tratta della pensione con la deroga Amato, o meglio, delle pensioni con una delle tre deroghe Amato. Infatti sono 3 le possibilità che la legge Amato ancora oggi permette, cioè tre misure che consentono ad un lavoratore di accedere alla pensione in deroga alle nuove regole stabilite dalla riforma Fornero dal 2012.
Come funzionano le deroghe Amato
Andare in pensione oggi con le regole antecedenti la riforma Amato del 1992 è una realtà ancora possibile per alcuni lavoratori.
Il diritto alla pensione in deroga è appannaggio di soggetti che dal momento che godrebbero di una pensione calcolata con il sistema retributivo-misto e dal momento che hanno iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996, possono sfruttare la deroga.
In questo modo viene loro concessa la possibilità di mantenere il requisito contributivo che era vigente prima dell’ingresso nel sistema previdenziale della Riforma Amato.
È l’articolo n° 2 comma 3 del Decreto Legislativo n° 503 del 1992 che ha lasciato aperta questa possibilità.
Come dicevamo sono tre le deroghe possibili, ognuna destinata a diversi soggetti con altrettanto diversi requisiti da centrare. L’unica cosa comune a tutti è il doppio requisito anagrafico contributivo dei 67 anni di età e dei 15 anni di versamento.
Possono accedere alla pensione in deroga i lavoratori che hanno p 15 anni di contributi completati già al 31 dicembre 1992. Oppure possono avere diritto alla deroga chi alla data del 31 dicembre 1992, è stato autorizzato dall’Inps alla cosiddetta prosecuzione volontaria.
In questo caso non occorre aver versato i contributi perché basta l’autorizzazione. Infine possono avere accesso alla pensione i lavoratori con carriere discontinue che hanno il primo contributo versato almeno 25 anni prima della domanda di pensione in deroga e che hanno almeno 10 anni di contribuzione per periodi inferiori alle 52 settimane che segnano l’anno pieno di contributi.