Niente riforma delle pensioni nel 2023 perché il sistema pensionistico nostrano resta ancora ancorato alla riforma Fornero. Nel 2023 la pensione di vecchiaia resterà a 67 anni di età, o per alcuni contributivi puri a 71 anni. E le pensioni anticipate resteranno a 42 anni e 10 mesi per i maschi e a 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma non mancano le novità, come la pensione 2023 da 62 anni, ma anche a 63 e per qualcuno a 58 anni di età. Siamo di fronte a novità, alcune assolute, perché parliamo di nuove misure. Altre invece meno novità, ma solo proroghe di vecchie misure.
Pensione 2023 da 62 anni la guida
La pensione 2023 da 62 anni è una misura che il governo introdurrà nella legge di Bilancio. Serviranno però 41 anni di contributi versati a prescindere dal genere o dalla tipologia di attività lavorativa. La misura in questione si chiamerà quota 41. Fermo restando il requisito minimo dei 41 anni, potranno accedere alla prestazione i nati a partire dal 1961. Si aprono le porte della misura a chi compie 62, 63, 64, 65 o 66 anni di età. Non sappiamo ancora cosa conterrà il provvedimento ma ad oggi le particolarità dovrebbero essere:
- nessuna penalizzazione di assegno;
- nessun ricalcolo contributivo della prestazione;
- 35 anni di contribuzione effettiva (senza contributi figurativi da disoccupazione o malattia);
- divieto di cumulo con altri redditi da lavoro dipendente o autonomo;
- possibilità di cumulo solo con redditi da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui.
La pensione a 63 anni di età nel 2023, come fare?
Pensione 2023 da 62 anni, ma anche a 63 e per qualcuno a 58, così abbiamo detto prima e così sarà. Infatti nella legge di Bilancio dovrebbero trovare posto pure la proroga di alcune misure di pensionamento anticipato oggi in vigore ma in scadenza il 31 dicembre 2022. Non sarà rinnovata la quota 102 con la sua pensione a 64 anni di età con 38 anni di contributi versati. Infatti la misura sarà sostituita dalla quota 41 (che sembra però una autentica quota 103). Conferme per l’Ape sociale però.
Una soluzione per chi non ha 41 anni di contributi
Per i nati nel 1960, che non hanno 41 anni di contributi versati, si potrà andare in pensione con l’Anticipo pensionistico a carico dello Stato. Serviranno 30 anni di contributi se il diretto interessato è un disoccupato, un invalido o un caregivers. Ne serviranno 36 di anni di contributi per i lavori gravosi. Solo edili e ceramisti invece potranno sfruttare il vantaggio di una uscita dai 63 anni di età con 32 anni di contribuzione previdenziale versata.
Posso andare in pensione a 58 anni di età?
Conferma e proroga anche per l’opzione donna. La pensione 2023 da 62 anni, ma anche a 63 e per qualcuno a 58, ma solo per le donne. Infatti le lavoratrici dipendenti potranno sfruttare opzione donna anche nel 2023. Serviranno anche 35 anni di contributi versati. Ma età e contributi devono essere completati entro il 31 dicembre del 2022. Per le lavoratrici autonome, la soglia anagrafica sale a 59 anni.