La contribuzione figurativa permette al lavoratore di valorizzare ai fini previdenziali anche periodi non lavorati (ma tutelati) in cui la contribuzione obbligatoria non viene versata. I contributi figurativi sono riconosciuti gratuitamente dall’INPS anche in assenza di attività lavorativa e sono validi sia al diritto che alla misura della pensione.
Contributi figurativi
I contributi figurativi spettano, dietro presentazione di apposita domanda all’INPS, per i periodi di :
- servizio militare e assimilato;
- maternità e congedi parentali;
- riposi giornalieri per allattamento;
- assenze per educazione e assistenza figli;
- assenze dal lavoro non retribuite per assistere, educare figli o portatori di handicap;
- assenze retribuite per assistere i portatori di handicap (permessi legge 104);
- malattia e infortunio;
- donazione di sangue e di midollo osseo;
- aspettativa per funzioni pubbliche elettive e cariche sindacali;
- persecuzione politica o razziale;
- licenziamento per rappresaglia;
- congedo per donne vittime di violenza;
- congedo straordinario legge 104 di assistenza ai disabili.
I contributi figurativi, invece, sono accreditati d’ufficio per periodi di:
- cassa integrazione;
- assegno straordinario di solidarietà;
- isopensione;
- disoccupazione (Naspi, agricola, edile);
- mobilità;
- lavori socialmente utili;
- contratti di solidarietà;
- assistenza antitubercolare;
- invalidità e inabilità indennizzate con successivo recupero della capacità lavorativa.
Contributi figurativi: incidono sulla pensione?
I contributi figurativi, nella generalità dei casi, non incidono negativamente sul calcolo della pensione. In linea generale, infatti, essi possono avere un’incidenza negativa solo sulla parte retributiva dell’assegno e solo in presenza di retribuzioni lavorative medio alte.
Come nel caso della Naspi, per esempio, che prevede un tetto limite all’accredito: in questo caso, soprattutto se la retribuzione media è superiore ai 1800 euro, i contributi figurativi accreditati potrebbero essere inferiori a quelli che sarebbero spettati in costanza di rapporto di lavoro. In questi casi, però, è possibile rimediare al danno che i contributi figurativi potrebbero causare alla pensione in quanto l’INPS permette la neutralizzazione dei periodi dannosi per il calcolo della pensione.