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Pensione 2024 con 62 anni, ecco i vantaggi che pochi considerano

In pensione 2024 con 62 anni e i tagli e le penalizzazioni di assegno per molti lavoratori non devono fare paura.

Nel 2024 il governo ha deciso di produrre ancora 12 mesi di pensione a 62 anni. Perché la conferma di quota 103 ha portato ad un altro anno di possibile pensionamento con questa misura. Anziché cessare il 31 dicembre 2023 grazie alla proroga la misura può essere sfruttata. Molti però la reputano fortemente penalizzante.

Pensione 2024 con 62 anni, ecco i vantaggi che pochi considerano

Che la pensione con quota 103 nel 2024 abbia delle penalizzazioni di assegno per molti lavoratori questo non è difficile da ammettere. La proroga di quota 103 pur lasciando inalterati i requisiti di accesso, ha introdotto regole di calcolo diverse. E quindi la misura è penalizzata rispetto al calcolo che aveva nel 2023. In effetti per il 2024 è stato imposto il calcolo completamente contributivo della prestazione. Questo riduce l’importo della pensione percepita tra chi è uscito nel 2023 e chi lo fa quest’anno.

Un taglio che dipende dall’ammontare dei contributi versati prima del 1996 ed è tanto maggiore quanti più anni di lavoro sono stati svolti prima di quella data. Inoltre la pensione 2024 con 62 anni di età e con quota 103 non può superare 4 volte il trattamento minimo INPS, mentre nel 2023 non poteva superare 5 volte lo stesso trattamento.
Essendo pari a 598,61 euro il trattamento minimo INPS la pensione per chi esce con quota 103 con le regole attuali non può superare 2.394,44 euro lordi al mese. Questo limite cessa a 67 anni di età.

Ecco perché ci sono lavoratori che nella quota 103 non troveranno svantaggi

Per quanto detto in precedenza, il taglio maggiore lo subiscono i lavoratori che avendo versato più di 18 anni di contributi già alla data del 31 dicembre 1995 avrebbero diritto come regola generale, al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011. Chi ha meno di 18 anni di versamenti a quella data infatti, avrà un calcolo contributivo a partire dal primo gennaio 1996 e quindi a prescindere dalle regole di calcolo della quota 103. Chi per esempio ha 12 anni di contributi versati prima del 1996 e 29 anni dopo, in modo tale da raggiungere nel 2024 i 41 anni utili alla quota 103, viene penalizzato meno.

Rispetto a chi è uscito con la quota 103 nel 2023 chi lo fa nel 2024 avrà solo i primi 12 anni di carriera calcolati con regole meno vantaggiose. Senza considerare poi il fattore retribuzione. Chi negli ultimi anni di carriera ha avuto cali retributivi dovuti al passaggio al lavoro part time, oppure chi ha trascorso negli ultimi anni di carriera dei periodi di integrazione salariale o disoccupazione, non trova nel sistema retributivo i vantaggi che tutti dicono ci siano. Perché il metodo di calcolo delle pensioni con il retributivo guarda alla media delle retribuzioni degli ultimi anni di carriera.