Riformare il sistema, partendo da una pensione per quote, ma dotandola della giusta flessibilità. Stando a quanto si apprende dalle stanze dei bottoni del governo, la riforma delle pensioni dovrebbe vedere i natali molto presto. Probabilmente durante il 2023 appena entrato, si inizierà a discutere di riforma delle pensioni. E se la quota 41 per tutti appare ormai uno dei capisaldi del sistema, non mancano misure alternative o che si potrebbero affiancare alla quota 41 per tutti. Soprattutto, misure che molti lavoratori reputano fondamentali da questo punto di vista. Una di queste è la pensione 2024 con una nuova quota 100, perché potrebbe essere la soluzione ideale.
A 62 anni di nuovo quota 100? ecco come dovrebbe funzionare
Da un lato consentire ai lavoratori che hanno carriere lunghe e iniziate presto di accedere alla pensione. La riforma delle pensioni con quota 41 per tutti dovrebbe andare in questa direzione. Il lavoratore una volta arrivato a 41 anni di versamenti, dovrebbe essere libero di andare in pensione. La riforma delle pensioni di cui da tempo si parla ha sempre la quota 41 per tutti come misura cardine. E naturalmente flessibile, perché il lavoratore deve scegliere se continuare a lavorare fino ai 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata ordinaria, o uscire con 41 anni di versamenti. Ma si tratta di lavoratori che hanno carriere lunghe. Chi le ha più corte dovrebbe essere tutelato da altre misure, magari parlando di quota 100 flessibile. Partendo da 62 anni o addirittura prima.
Pensione 2024 con una nuova quota 100? le ultime sulla riforma pensioni
Una quota 100 è già esistita ed ha funzionato dal 2019 al 2021, restando attiva tutt’oggi per chi ha maturato età e contributi entro la fine del 2021. La pensione con quota 100 ha permesso di andare in pensione con 62 anni di età almeno e con 38 anni di contributi minimi. Una nuova quota 100, almeno quella che sperano sia varata i lavoratori, dovrebbe essere pura o quasi. Una quota 100 pura consente l’anticipo quando età e contributi danno, sommati, la cifra 100. Tornando ai 41 anni di contributi versati, basterebbero 59 anni di età. Per chi ne ha 60, ne basterebbero 40 oppure una volta completata la combinazione 61+39, 62+38, 63+35 e per finire a 66+34.
La pensione sotto i 30 anni di contributi, la flessibilità e le quote
Per chi invece ha carriere inferiori a 30 anni di contributi, potrebbe fare capolino la pensione flessibile per quota. Libera uscita a chi accetta la pensione calcolata con il contributivo per tutti gli anni di anticipo rispetto ai 67 anni di età. E poi via libera al ricalcolo con il retributivo una volta maturata l’età di vecchiaia.