Per calcolare l’assegno pensionistico a cui si ha diritto nel 2025 con uno stipendio lordo di 2.000 euro, bisogna considerare diversi fattori, tra cui la tipologia di pensione, la carriera lavorativa, l’aliquota contributiva e le eventuali riforme pensionistiche in vigore in quel momento.
Al momento, in Italia, il sistema pensionistico si basa principalmente su due sistemi di calcolo: retributivo (per chi ha maturato contributi prima del 1996) e contributivo (per i più giovani o per chi ha iniziato a versare contributi a partire dal 1996).
Pensione con il sistema contributivo
Se sei nel sistema contributivo, il calcolo della pensione dipende dai contributi versati durante tutta la tua carriera lavorativa. In questo sistema, l’importo finale della pensione è determinato dal totale dei contributi versati e dal coefficiente di trasformazione.
Nel caso di uno stipendio lordo di 2.000 euro mensili, puoi avere un’idea di quanto potrebbe essere la pensione futura (molto approssimativa) considerando il seguente calcolo:
Un lavoratore dipendente, destina circa il 33% dello stipendio lordo ai contributi previdenziali, ma non tutto è destinato alla pensione. Una parte va a coprire la parte per l’assicurazione contro la disoccupazione, infortuni sul lavoro, e altre voci.
Il coefficiente di trasformazione (che dipende dall’età di pensionamento) gioca un ruolo importante nel calcolo perchè in base all’età di uscita dal mondo del lavoro sarà applicato un coefficiente diverso.
Se pensiamo alla pensione futura, non è possibile fare una stima precisa senza conoscere il tuo percorso contributivo, ma con una carriera di 35-40 anni con uno stipendio di 2.000 euro, la pensione potrebbe aggirarsi intorno al 50-60% della media degli stipendi percepiti nel corso della vita lavorativa (non dell’ultimo stipendio).
Che assegno di pensione spetta?
Se consideriamo una stima approssimativa con un calcolo basato sul sistema contributivo, una pensione netta potrebbe essere intorno ai 1.000-1.200 euro mensili, ma questa è una cifra molto indicativa e cambia in base agli anni di contributi versati: nel sistema contributivo contano gli effettivi contributi versati che vanno ad alimentare il montante contributivo: meno anni si lavorano e più il montante contributivo (da rivalutare con il coefficiente di trasformazione) sarà basso. È necessario considerare anche altri fattori come l’inflazione, la riforma pensionistica prevista e la durata effettiva della carriera lavorativa e nello specifico:
- Anni di contribuzione: più anni di lavoro hai alle spalle, maggiore sarà la pensione.
- Età di pensionamento: l’età a cui decidi di andare in pensione influenzerà l’ammontare finale (più tardi andrai in pensione, più alta sarà la pensione mensile);
- inflazione, che influisce sulla rivalutazione del montante contributivo.
Potrebbe interessarti anche: