pensione pensione

Pensione 5 anni prima, quando e come è possibile con 60 mesi di anticipo?

Tutti i modi per uscire con un anticipo di 5 anni dal mondo del lavoro: dalla quota 103 alle anticipate senza penalizzazioni.

L’idea di andare in pensione cinque anni prima rispetto alla data di pensionamento prevista dalla legge è un sogno per molti lavoratori. Tuttavia, la possibilità di anticipare il ritiro dal lavoro dipende da una serie di fattori e da specifiche normative previste dallo Stato. Se anche tu stai valutando l’opportunità di goderti la pensione prima del previsto, è importante conoscere le modalità, i requisiti e le eventuali penalizzazioni legate a questa scelta.

In questo articolo esploreremo come ottenere la pensione cinque anni prima, in quali casi è possibile, e quali sono le opzioni attualmente disponibili in Italia.

Pensione anticipata: come funziona e chi ne ha diritto

La pensione anticipata consente di andare in pensione prima del raggiungimento dell’età prevista dalla pensione di vecchiaia. Attualmente, secondo la normativa italiana, la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età per tutti i lavoratori, ma con il sistema delle pensioni anticipate è possibile richiedere la pensione prima, a condizione di aver maturato determinati requisiti contributivi.

Requisiti per la pensione anticipata

Per poter andare in pensione anticipata senza aspettare i 67 anni, un lavoratore deve aver accumulato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se uomo (41 anni e 10 mesi per le donne). Questo significa che, se hai accumulato questo numero di anni di contributi, puoi decidere di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro anche di 5, 6 o più anni, a seconda di quando decidi di andare in pensione.

2. Opzione Donna: un’alternativa per le donne lavoratrici

Un’altra possibilità per anticipare il pensionamento di 5 anni o più è rappresentata dall’Opzione Donna. Questo strumento è una misura che consente alle donne di pensionarsi in anticipo rispetto all’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia, ma a fronte di una scelta che comporta una penalizzazione sull’importo della pensione futura.

Come funziona l’Opzione Donna

L’Opzione Donna permette alle donne che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi e che abbiano compiuto almeno 59 anni di andare in pensione con un anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Dal 2024 a questa misura possono accedere soltanto disoccupate, caregiver e invalide, mentre non è più previsto l’accesso incondizionato alla misura. Inoltre l’età di accesso varia in base al numero dei figli avuti:

  • a 59 anni possono accedere le disoccupate, a prescindere dal numero dei figli, e le caregiver o invalide con due o più figli;
  • a 60 anni possono accedere le caregiver e le invalide con almeno un figlio;
  • a 61 anni possono accedere caregiver e invalide anche senza figli.

Tuttavia, chi opta per questa soluzione riceve una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, che tende ad essere più bassa rispetto al sistema misto/retributivo, applicato alle pensioni di vecchiaia.

Potrebbe interessarti anche: Nuova opzione donna 2025, ecco la guida alla pensione

3. Quota 103: la nuova uscita flessibile

Un’altra novità introdotta recentemente è la Quota 103, una misura che consente di accedere alla pensione anticipata con 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi. Questo sistema è stato pensato per favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, ma con un limite di tempo, che lo rende valido solo fine alla fine del 2025.

Quota 103: Requisiti e Condizioni

  • Età minima: 62 anni
  • Contributi richiesti: 41 anni
  • Non è necessario rispettare il requisito dell’età anagrafica (67 anni) per la pensione di vecchiaia, ma il pensionamento anticipato avviene con penalizzazioni sul trattamento pensionistico, anche in questo caso, che prevede ricalcolo interamente contributivo e un tetto alla pensione che, fino al compimento dei 67 anni, prevede un assegno non superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps (2.459,08 € per il 2024).

Anche in questo caso, è importante considerare che l’importo della pensione potrebbe essere inferiore rispetto a quanto si riceverebbe con il calcolo standard della pensione di vecchiaia.

Leggi anche: Pensione quota 103 con penalizzazione, ecco a chi conviene lo stesso

Pensione quota 41, l’anticipo per i precoci

La pensione Quota 41 per i lavoratori precoci è una misura che consente a chi ha iniziato a lavorare in giovane età di andare in pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica, purché abbia accumulato almeno 41 anni di contributi. Questa misura è riservata ai lavoratori che abbiano versato i primi contributi prima dei 19 anni di età e che abbiano maturato i requisiti richiesti entro una certa data.

Sebbene la Quota 41 per i precoci sia stata confermata anche per il 2025, il sistema prevede alcune limitazioni, come l’esclusione per chi ha interrotto la carriera lavorativa per un periodo significativo o non ha raggiunto i 41 anni di contributi. Esclusi sono anche coloro che non rientrano nei profili di tutela (invalidi, caregiver, disoccupati a seguito di licenziamento e gravosi).

Leggi anche: Pensione anticipata 2025 con Ape sociale, requisiti e beneficiari

L’anticipo costa sempre: le penalizzazioni

L’anticipo pensionistico comporta sempre delle penalizzazioni. Chi decide di andare in pensione prima del tempo, infatti, dovrà fare i conti con una riduzione dell’importo della pensione, che dipende dal numero di anni di anticipo e dal tipo di pensione richiesta.

La penalizzazione dipende dal metodo di calcolo della pensione:

  • Pensione anticipata ordinaria: penalizzazione sul montante dell’assegno a causa dei minori contributi versati e del coefficiente di trasformazione meno conveniente.
  • Opzione Donna e Quota 103: la penalizzazione è più marcata per il ricalcolo con il sistema contributivo.